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Spazio, Voyager 1 è tornata: ristabilito il contatto con la Terra dopo cinque mesi

Dopo un’interruzione di comunicazione durata cinque mesi, la sonda Voyager 1 della NASA ha ripreso i contatti con la Terra, segnando un importante passo avanti nella sua missione interstellare.

Stati Uniti – Il 20 aprile 2024, il mondo scientifico ha tirato un sospiro di sollievo quando la sonda Voyager 1, lanciata dalla NASA nel 1977, ha finalmente ristabilito il contatto con la Terra dopo un silenzio di cinque mesi. Questo evento rappresenta un significativo progresso per la missione, che continua a spingersi oltre i confini del nostro sistema solare, esplorando lo spazio interstellare.

Voyager 1 è noto per essere il primo oggetto creato dall’uomo a lasciare il sistema solare, una pietra miliare raggiunta nel 2012, seguito a breve distanza dal suo gemello, Voyager 2. Entrambe le sonde hanno fornito dati inestimabili sulla natura del nostro universo, ma il 14 novembre 2023, Voyager 1 ha smesso di inviare dati comprensibili a causa di un problema nel suo sistema di codifica binaria, utilizzato per la comunicazione con la NASA.

Il problema è stato identificato come un codice corrotto in un singolo chip della memoria del sistema di dati di volo (FDS), che ha reso inutilizzabili i dati scientifici e ingegneristici della sonda. In risposta, il team della missione ha inviato un comando in marzo 2024, che ha stimolato la sonda a effettuare un dump completo della memoria, rivelando l’entità del danno.

Dopo un’attenta analisi, il 18 aprile 2024, la NASA ha iniziato il processo di trasferimento del codice necessario in una nuova area della memoria FDS. Questo processo è stato complicato dalla distanza enorme – circa 24 miliardi di chilometri – che separa la sonda dalla Terra, rendendo ogni segnale radio impiegato circa 22,5 ore per raggiungere Voyager 1, e altrettante per ricevere una risposta.

Il successo di questa operazione è stato confermato il 20 aprile, quando il team ha stabilito che le modifiche erano state apportate con successo. Nei prossimi giorni, il team lavorerà per aggiustare il resto del software FDS e recuperare le regioni responsabili per il confezionamento e la restituzione dei dati scientifici vitali.

Questo evento non solo dimostra la resilienza e la longevità delle missioni spaziali della NASA, ma sottolinea anche l’importanza della manutenzione continua e del problem solving in tempo reale, anche nelle condizioni più estreme dello spazio interstellare.

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