Gene Hackman, icona del cinema premiata con due Oscar e quattro Golden Globe, e sua moglie Betsy Arakawa sono stati trovati morti nella loro residenza di Santa Fe, in New Mexico. Il ritrovamento è avvenuto mercoledì pomeriggio durante un controllo di sicurezza richiesto da un vicino preoccupato, come confermato dall’ufficio dello sceriffo della contea. Accanto ai corpi della coppia è stato rinvenuto anche quello del loro cane. Le autorità hanno escluso coinvolgimenti di terzi, avviando un’indagine per accertare le cause del decesso .
Nato a San Bernardino nel 1930, Hackman ha conquistato la fama internazionale grazie a ruoli complessi e sfaccettati, diventando un simbolo del cinema americano. La sua interpretazione del detective Jimmy ‘Popeye’ Doyle in Il braccio violento della legge (1971) gli valse il primo Oscar, seguito vent’anni dopo dal riconoscimento come miglior attore non protagonista per Gli Spietati di Clint Eastwood . La carriera sessantennale ha spaziato dal western al thriller, dalla commedia al dramma, con memorabili performance in pellicole come La Conversazione, Mississippi Burning e I Tenenbaum .
Dopo il ritiro dalle scene nel 2004, l’attore ha condotto una vita riservata accanto alla moglie Betsy, pianista classica sposata nel 1991, trasferendosi da Los Angeles al remoto complesso residenziale di Old Sunsed Trail. La coppia, che non aveva figli insieme, era stata avvistata in pubblico solo sporadicamente negli ultimi decenni, con un’ultima apparizione documentata nel 2024 in un ristorante di Santa Fe .
La scomparsa di Hackman chiude il capitolo di un’epoca cinematografica, lasciando in eredità un repertorio di oltre cento personaggi che hanno ridefinito i canoni della recitazione moderna. Dallo sceriffo inflessibile di Gli Spietati al cinico patriarca dei Tenenbaum, l’attore ha dimostrato una versatilità unica, mantenendo un approccio umile nonostante i successi. La sua ultima interpretazione risale al 2004 in Welcome to Mooseport, seguito da un ritiro definitivo dedicato alla scrittura di romanzi .
