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Liste d’attesa troppo lunghe, ecco come ottenere il rimborso per le visite private

In Italia, esiste una normativa che permette ai pazienti di ottenere il rimborso per le visite private effettuate a causa di liste d’attesa eccessivamente lunghe: ecco come fare.

Credit © Unsplash

Le liste d’attesa per accedere a visite specialistiche, prestazioni di diagnostica strumentale o di laboratorio nel sistema sanitario pubblico italiano possono talvolta estendersi ben oltre i tempi considerati accettabili. Questo scenario, che può incidere negativamente sulla salute dei pazienti, ha spinto le autorità sanitarie a introdurre una normativa specifica che consente ai cittadini di ottenere il rimborso per le visite effettuate privatamente, a fronte di attese eccessivamente lunghe.

La normativa nazionale, introdotta nel 1998 (Decreto Legislativo 29 aprile 1998, n. 124) stabilisce chiaramente che, se i tempi di attesa superano quelli previsti per legge, il paziente ha il diritto di rivolgersi al settore privato per la prestazione necessaria. In questi casi, il costo della visita privata, al netto del ticket se dovuto, può essere rimborsato dal sistema sanitario pubblico.

“Ridefinizione del sistema di partecipazione al costo delle prestazioni sanitarie e del regime delle esenzioni, a norma dell’articolo 59, comma 50, della L. 27 dicembre 1997, n. 449.”

(Pubblicato nella G. U. 30 aprile 1998, n. 99)

Le classi di priorità (che trovate sulla ricetta in alto a destra), definite sulla base dell’urgenza del problema di salute, dovrebbero garantire che le prestazioni sanitarie vengano erogate entro tempi specifici:

U = urgenza differibile – entro 72 ore prestazioni la cui tempestiva esecuzione condiziona in un arco di tempo molto breve. Devono essere prenotate entro 48 ore dalla data di prescrizione;
B = Breve – entro 10 giorni – prestazioni la cui tempestiva esecuzione condiziona in un arco di tempo breve;
D = Differibile – entro 30 giorni per le visite ed entro 60 giorni per le prestazioni strumentali;
P = Programmabile – riferita a problemi che richiedono approfondimenti, ma non necessitano di risposta in tempi particolarmente rapidi da eseguire entro 120 giorni.

Per accedere al rimborso, i pazienti devono seguire le procedure indicate dalle autorità sanitarie regionali e presentare la documentazione necessaria, che include la prescrizione medica che attesta l’urgenza della prestazione e la ricevuta del pagamento effettuato per la visita privata.

Questa misura, sebbene rappresenti una soluzione per i pazienti costretti a lunghe attese, solleva questioni relative alla sostenibilità del sistema sanitario pubblico e alla necessità di ottimizzare la gestione delle liste d’attesa, per garantire a tutti i cittadini l’accesso tempestivo alle cure necessarie.

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