La Disney si appresta a riscrivere uno dei suoi classici più amati, Biancaneve, con un remake live-action che promette di stravolgere la narrazione originale, suscitando reazioni contrastanti tra i fan e gli osservatori del settore cinematografico. La pellicola, la cui uscita è prevista per il 21 marzo 2025, vede come protagonista Rachel Zegler, attrice di origini latinoamericane, una scelta che ha già sollevato non poche polemiche.
In una recente intervista, la Zegler ha rivelato dettagli che accentuano ulteriormente la distanza tra questa nuova versione e la fiaba tradizionale dei fratelli Grimm. Il nome stesso della principessa, elemento cardine dell’identità del personaggio, subirà una reinterpretazione radicale. Non più legato al candore della pelle, “bianca come la neve”, il nome Biancaneve diventerà simbolo di resilienza, attribuito alla protagonista per aver superato una tempesta di neve durante l’infanzia.
Questa rivelazione si inserisce in un più ampio contesto di modernizzazione della storia, che vede la principessa trasformarsi da damigella in pericolo a figura di leadership. La Zegler ha infatti sottolineato come il personaggio non sogni più il “vero amore”, bensì aspiri a diventare una leader coraggiosa e giusta, seguendo gli insegnamenti del padre defunto. Una svolta narrativa che mira evidentemente a risuonare con le sensibilità contemporanee, ma che rischia di alienare i puristi della tradizione Disney.
Il film, diretto da Marc Webb, non si limita a rivoluzionare la trama. Anche il cast riflette una volontà di diversificazione, con Gal Gadot nel ruolo della Regina Cattiva e l’introduzione di nuovi personaggi come Jonathan, interpretato da Andrew Burnap. La colonna sonora, elemento cruciale nei classici Disney, vedrà un mix di brani originali del 1937 e nuove composizioni firmate dai premiati Benj Pasek e Justin Paul, in un tentativo di bilanciare nostalgia e innovazione.
Tuttavia, queste scelte artistiche e narrative non sono esenti da critiche. La decisione di casting per il ruolo principale ha scatenato un acceso dibattito sulla fedeltà all’opera originale e sull’appropriatezza culturale. Alcuni sostengono che la diversità nel casting sia un passo necessario verso una rappresentazione più inclusiva nel cinema, mentre altri accusano la Disney di sacrificare l’integrità della storia sull’altare del politically correct.
La Zegler stessa ha dovuto affrontare le polemiche, difendendo la sua interpretazione e la visione del film. “È una storia in cui i giovani di tutto il mondo possono riconoscersi”, ha dichiarato l’attrice, enfatizzando il potenziale universale del nuovo messaggio. Tuttavia, resta da vedere se questo approccio riuscirà a conquistare sia le nuove generazioni che i fan di lunga data.
In conclusione, il remake di Biancaneve si preannuncia come un’operazione audace e rischiosa per la Disney. Da un lato, rappresenta un tentativo di adattare un classico alle sensibilità contemporanee, dall’altro rischia di alienare una parte del pubblico affezionato alla versione originale. Il successo o il fallimento di questa operazione potrebbe influenzare significativamente le future strategie di adattamento dei classici da parte della casa di Topolino, in un’epoca in cui il bilanciamento tra tradizione e innovazione diventa sempre più delicato nel mondo dell’intrattenimento.