L’evoluzione barica in atto sull’Europa centrale ha determinato l’instaurarsi di un marcato gradiente termico tra l’aria polare continentale e le più miti correnti atlantiche, favorendo la genesi di un vortice ciclonico secondario in transito sull’arco alpino orientale.
Tale configurazione sinottica sta determinando un’intensificazione dei fenomeni precipitativi di natura mista, con progressivo abbassamento del limite delle nevicate fino a 900 metri s.l.m. sul settore alpino orientale, in particolare tra Trentino Alto Adige, Veneto e Friuli Venezia Giulia.
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Le simulazioni del modello ECMWF indicano un’ulteriore fase di approfondimento del minimo depressionario tra venerdì 28 febbraio e sabato 1 marzo, con attivazione di correnti nord-occidentali a trasporto umido che innescheranno nuove precipitazioni su versanti esposti.
L’isoterma zero subirà un’ulteriore contrazione fino a 600-800 metri sulle Alpi Occidentali e Prealpi piemontesi nella giornata di domenica 2 marzo, con possibile coinvolgimento dei rilievi collinari dell’entroterra ligure. Sul comparto appenninico, le mappe termodinamiche prevedono accumuli nevosi significativi oltre i 1.200 metri sulle dorsali centrali, con criticità idrogeologiche connesse al simultaneo apporto pluviometrico sui bassi versanti.
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L’analisi dei parametri troposferici evidenzia un’anomalia negativa del geopotenziale a 500 hPa pari a -2.5σ rispetto alla climatologia 1991-2020, configurazione che sostiene la persistenza del pattern meteorologico fino al primo decade di marzo.