Neve chimica e galaverna, la Pianura Padana sotto il gelo

La pianura Padana si sveglia con neve chimica e galaverna a causa del freddo intenso. Le temperature raggiungono fino a -7,0°C a Casola Canina (Bologna) e altre località. La neve ha interessato Parma, Verona e molti altri comuni della pianura padana.

La pianura Padana si è svegliata con una sorpresa fredda e invernale, con la comparsa di neve chimica e galaverna, a causa di un’intensa ondata di freddo. Le temperature hanno raggiunto un minimo di -7,0°C a Casola Canina, in provincia di Bologna, e in altre località circostanti. L’evento ha coinvolto anche Parma, Verona e centri minori come Lugo, in provincia di Ravenna.

La neve chimica è un fenomeno atmosferico piuttosto raro che si verifica in condizioni specifiche. Si forma quando le particelle inquinanti presenti nell’atmosfera, come silicati, solfuri, ossido di rame, ioduri di mercurio e piombo, agiscono come nuclei di condensazione, favorendo la formazione di cristalli di ghiaccio anche a temperature poco inferiori agli 0°C. Questi cristalli di ghiaccio, una volta raggiunta una certa grandezza, iniziano a cadere verso il suolo, creando una nevicata. Questo fenomeno si verifica in condizioni anticicloniche, cioè con assenza di perturbazioni, ma in presenza di fitte nebbie.

In Italia, la neve chimica si osserva principalmente nella Pianura Padana, dove si combinano alta umidità, temperature negative, e una forte concentrazione di inquinanti. Questi fattori insieme creano le condizioni ideali per la formazione della neve chimica. Tuttavia, questo fenomeno è diventato meno frequente rispetto al passato, in parte a causa del riscaldamento globale che ha ridotto la frequenza e l’intensità delle nebbie nella regione, e in parte a causa della diminuzione della presenza di solfati nell’atmosfera, che erano più comuni quando le benzine avevano un alto contenuto di zolfo.

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La neve chimica non va confusa con la galaverna, un rivestimento ghiacciato che si deposita su oggetti freddi in presenza di nebbia, ma senza che ci sia un vero e proprio fenomeno di precipitazione. È importante notare che, mentre la neve chimica come fenomeno meteorologico non è di per sé preoccupante, essa rappresenta un indicatore dello stato di inquinamento atmosferico e può avere implicazioni significative per l’ambiente e la salute umana.

Il primo avvistamento documentato di neve chimica in pianura Padana risale al Natale del 1984 a Segrate. Tale evento si ripresenta in condizioni di alta pressione e inversione termica con nebbia al suolo. È importante sottolineare che la galaverna e la neve chimica sono fenomeni meteorologici distinti: mentre la neve chimica cade dal cielo, la galaverna si forma al suolo in presenza di nebbia ghiacciata. Entrambi questi fenomeni possono creare un sottile strato di ghiaccio sulle strade.

Anche nelle zone interne dell’Appennino, le temperature sono scese drasticamente, con valori come -11,6°C a Cascia e -9,4°C a Castel di Sangro. Questa ondata di freddo ha interessato ampie aree del paese, portando temperature estremamente rigide.

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