Viagra e Cialis, una possibile protezione contro l’Alzheimer

Il Viagra e farmaci simili come il Cialis potrebbero ridurre il rischio di Alzheimer negli uomini. Scopri come questi farmaci per la disfunzione erettile potrebbero avere un impatto inaspettato sulla salute del cervello.

Un recente studio ha sollevato l’interessante prospettiva che i farmaci per la disfunzione erettile, come il Viagra e il Cialis, potrebbero svolgere un ruolo nella riduzione del rischio di sviluppare la malattia di Alzheimer negli uomini. Secondo la ricerca condotta nel Regno Unito su quasi 270.000 uomini affetti da disfunzione erettile e senza problemi cognitivi iniziali, coloro che assumevano tali farmaci avevano il 18% in meno di probabilità di sviluppare la malattia.

Il 55% degli uomini coinvolti nello studio assumeva farmaci come il Viagra o il Cialis, e la ricerca ha evidenziato un legame più forte tra l’assunzione frequente di tali farmaci e la riduzione del rischio di Alzheimer.

La dottoressa Ruth Brauer, autrice principale dello studio, ha sottolineato l’importanza di considerare nuove opzioni preventive o ritardanti per l’Alzheimer nonostante i progressi nei trattamenti attuali. Brauer ha evidenziato la necessità di ulteriori ricerche per confermare il legame tra l’assunzione di farmaci per la disfunzione erettile e la riduzione del rischio di Alzheimer, specialmente considerando l’impatto significativo della malattia nella popolazione europea.

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I ricercatori ritengono che sia fondamentale condurre uno studio controllato su entrambi i sessi al fine di confermare in maniera definitiva il legame diretto tra l’assunzione di tali farmaci e la riduzione del rischio di Alzheimer.

Pur riconoscendo che alcuni studi su animali hanno suggerito possibili benefici neuroprotettivi derivanti da farmaci per la disfunzione erettile, il dottor Ivan Koychev dell’Università di Oxford ha sottolineato la controversia che circonda il legame con l’Alzheimer. Tuttavia, ha espresso ottimismo riguardo alla prospettiva di riesaminare farmaci esistenti per la prevenzione della demenza attraverso ulteriori studi clinici.

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