La Terra si sta preparando per l’arrivo di una tempesta solare di notevole intensità, classificata di livello G4 dalla NOAA, l’agenzia statunitense per la meteorologia spaziale. Questo evento, che inizia a manifestarsi già dalla serata del 10 maggio, raggiungerà il suo picco il giorno successivo. Le previsioni indicano che la tempesta potrebbe causare disturbi significativi alla rete elettrica e ai sistemi di navigazione satellitare, come il GPS, oltre a potenziali danni a satelliti e veicoli spaziali.
La tempesta è il risultato dell’intensa attività solare del gruppo di macchie solari AR3664, una delle regioni più grandi e attive di questo ciclo solare, iniziato nel dicembre 2019. Questa area, estesa per circa 200.000 chilometri, presenta una grande complessità e campi magnetici molto intensi, rendendola una fonte di instabilità notevole. La sua grandezza è tale che può essere osservata anche ad occhio nudo, sebbene sia necessaria un’adeguata protezione per farlo in sicurezza.
Oltre agli impatti tecnologici, la tempesta offre anche la possibilità di osservare fenomeni naturali spettacolari come le aurore boreali, che potrebbero essere visibili anche a latitudini insolitamente basse. Questo fenomeno, solitamente confinato alle regioni polari, potrebbe quindi essere ammirato da un pubblico più ampio.
Mauro Messerotti, docente di Meteorologia spaziale all’Università di Trieste, ha commentato che l’attività solare rimarrà intensa anche nei prossimi giorni, avvicinandoci al picco di questo ciclo solare. La regione AR3664, per la sua complessità e dimensione, è paragonabile al famoso gruppo di macchie solari di Carrington, che nel 1859 causò incendi negli uffici del telegrafo e aurore visibili vicino all’equatore.
