“4 di sera”, il flop di Del Debbio è la prova definitiva del fallimento dei programmi d’informazione Mediaset

4 di sera condotto da Paolo Del Debbio registra ascolti deludenti, non superando il 4% di share. La crisi dell’informazione Mediaset sembra ormai irreversibile, con scelte editoriali discutibili e uno studio ripetitivo che allontana il pubblico.

Milano, Italia – Nel panorama televisivo italiano, il programma “4 di sera” condotto da Paolo Del Debbio su Rete 4 sta attraversando un periodo di profonda crisi. Gli ascolti parlano chiaro: il talk show non riesce a superare la soglia del 4% di share, fermandosi a circa 750.000 spettatori. Un risultato che appare ancora più deludente se confrontato con la concorrenza diretta di La7, dove “In Onda” raccoglie ben 1.232.000 spettatori con un 6.82% di share.

La situazione è talmente critica che nemmeno le sfuriate del conduttore contro la regia sembrano in grado di risollevare le sorti del programma. Del Debbio, volto storico di “Dritto e Rovescio”, si trova ora a fare i conti con un pubblico che sembra avergli voltato le spalle, almeno in questa fascia oraria.

Il flop di “4 di sera” non è un caso isolato, ma si inserisce in un contesto più ampio di crisi dell’informazione targata Mediaset. La strategia adottata da Pier Silvio Berlusconi per il settore news sembra non incontrare i favori del pubblico, evidenziando una disconnessione tra le scelte editoriali e le aspettative dei telespettatori.

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Uno dei problemi più evidenti è rappresentato dallo studio utilizzato per le trasmissioni d’informazione. Definito sarcasticamente dai telespettatori come “studio sgabuzzino”, questo ambiente ricorrente crea una sensazione di monotonia e ripetitività che non giova all’attrattività dei programmi. Il pubblico ha l’impressione di guardare sempre lo stesso format, indipendentemente dal conduttore o dal tema trattato.

Ma c’è di più. La presunta svolta a sinistra dell’editore, percepita da una parte del pubblico, sembra aver alienato una fetta consistente di spettatori tradizionalmente legati al centro-destra. Questa scelta, se confermata, potrebbe rivelarsi un boomerang per un’emittente che ha sempre fatto dell’equilibrio politico uno dei suoi punti di forza.

La crisi di “4 di sera” e, più in generale, dell’informazione Mediaset appare ormai difficilmente recuperabile. Il calo degli ascolti non è solo un problema numerico, ma riflette una perdita di identità e di appeal nei confronti del pubblico. La sensazione è che l’azienda di Cologno Monzese stia navigando a vista, senza una strategia chiara e coerente per riconquistare la fiducia dei telespettatori.

Il caso di Paolo Del Debbio è emblematico. Un professionista di lungo corso, con un seguito consolidato, si trova ora a fare i conti con un format che non decolla e con scelte editoriali che sembrano penalizzarlo. La sua frustrazione, sfogata contro la regia, è sintomatica di un malessere più profondo che attraversa l’intera struttura informativa di Mediaset.

In questo scenario, appare evidente la necessità di un ripensamento radicale della proposta informativa di Rete 4 e, più in generale, di Mediaset. Non basta cambiare i conduttori o ritoccare i format: serve una visione nuova, capace di intercettare le esigenze di un pubblico sempre più esigente e frammentato.

Il fallimento di “4 di sera” non è solo il fallimento di un programma, ma il sintomo di una crisi più profonda che investe l’intero sistema dell’informazione televisiva commerciale. In un’epoca in cui le fonti di notizie si moltiplicano e i social media giocano un ruolo sempre più centrale, la televisione generalista fatica a trovare una sua collocazione.

Per Mediaset, la sfida è ora quella di reinventarsi, di trovare nuove formule capaci di attrarre il pubblico senza tradire la propria identità. Un compito non facile, che richiederà coraggio, creatività e, soprattutto, la capacità di ascoltare davvero le esigenze dei telespettatori. Solo così potrà sperare di uscire da questa impasse e tornare a essere un punto di riferimento nel panorama dell’informazione televisiva italiana.