Italia – Nel panorama delle iniziative imprenditoriali delle celebrità, il lancio della bibita Boem da parte dei noti artisti Fedez e Lazza si è rivelato un’impresa decisamente meno fortunata di quanto i suoi ideatori avessero sperato, con un bilancio che ha chiuso registrando una perdita di quasi due milioni di euro, cifra che getta un’ombra inquietante sul futuro di questo ambizioso progetto nel competitivo mercato delle bevande. La Boem, concepita come un hard seltzer – una bevanda gassata a basso contenuto alcolico e calorico – al gusto di zenzero, era stata lanciata con grandi aspettative circa un anno fa, presentandosi come un prodotto innovativo, vegano e senza glutine, pensato per conquistare un pubblico giovane e attento alle tendenze salutistiche. Nonostante le premesse promettenti e il coinvolgimento di figure di spicco come Leonardo Maria Del Vecchio, erede dell’impero EssilorLuxottica, la bibita non è riuscita a decollare come sperato, incontrando difficoltà sia nella distribuzione che nell’apprezzamento da parte dei consumatori.
Le ragioni di questo insuccesso sembrano essere molteplici e complesse: da un lato, il mercato italiano delle bevande appare già saturo e dominato da marchi consolidati, rendendo ardua l’affermazione di nuovi prodotti, soprattutto in una categoria come quella degli hard seltzer che, a differenza di quanto accade negli Stati Uniti, non ha ancora trovato un terreno fertile nel Bel Paese. Dall’altro lato, la strategia di distribuzione si è rivelata problematica, con la Boem che, contrariamente alle aspettative iniziali di una diffusione capillare, è rimasta confinata principalmente alla vendita online e a pochi punti vendita selezionati, limitando drasticamente la sua visibilità e accessibilità al grande pubblico. Il tentativo di rilanciare il prodotto puntando sul suo utilizzo come ingrediente per cocktail, come evidenziato dal lancio del BitterBoem presso la Trattoria del Ciumbia di Del Vecchio a Milano, sembra essere un’ultima carta giocata per cercare di invertire la rotta di un progetto che, fino ad ora, non ha saputo conquistare il palato e l’interesse dei consumatori italiani.
Questo fallimento commerciale solleva interrogativi più ampi sulla capacità delle celebrità di tradurre la propria notorietà in successo imprenditoriale, specialmente in settori altamente competitivi e tecnici come quello delle bevande, dove la reputazione e la visibilità mediatica non sono sufficienti a garantire il successo di un prodotto. La vicenda della Boem potrebbe servire da monito per future iniziative simili, sottolineando l’importanza di una pianificazione accurata, di una comprensione profonda del mercato di riferimento e della necessità di strategie di marketing e distribuzione efficaci, elementi che sembrano essere stati sottovalutati nel caso in questione. Mentre Fedez, Lazza e i loro partner commerciali si trovano ora a dover fare i conti con questa costosa lezione imprenditoriale, resta da vedere se e come decideranno di procedere con il progetto Boem, se optando per una radicale revisione della strategia o se, eventualmente, considerando l’ipotesi di abbandonare l’impresa, riconoscendo i limiti di un’iniziativa che, nonostante le premesse ambiziose, non è riuscita a trovare il proprio spazio nel cuore e nelle abitudini dei consumatori italiani.