Italia – Il mondo della televisione italiana è in fermento di fronte al clamoroso tonfo negli ascolti del nuovo programma di Amadeus, “Chissà chi è”, in onda sul canale Nove. L’ex conduttore di punta della Rai, che aveva lasciato l’azienda pubblica in cerca di nuove sfide, si trova ora a fare i conti con una realtà ben diversa da quella che si aspettava. Il suo show non solo è stato surclassato da “Affari Tuoi” su Rai1, ma ha subito l’onta di essere superato persino da “Case a Prima Vista”, trasmesso su Real Time.
I numeri parlano chiaro e sono impietosi: mentre “Affari Tuoi”, condotto da Stefano De Martino, ha conquistato ben 4.874.000 spettatori con uno share del 23.6%, il programma di Amadeus si è fermato a cifre decisamente più modeste, tanto con 753.000 spettatori e il 3.6% di share da non riuscire nemmeno a superare un format di nicchia come quello in onda su Real Time dove “Case a Prima Vista” registra 773.000 spettatori pari al 3.7% di share. Questo risultato non solo rappresenta una sconfitta personale per Amadeus, ma mette in discussione l’intera strategia del gruppo Warner Bros. Discovery, che aveva puntato sul conduttore come volto di punta per rilanciare il canale Nove.
La situazione attuale riporta alla mente quanto accaduto circa quindici anni fa, quando Amadeus, sentendosi poco valorizzato in Rai, decise di accettare un’offerta di Mediaset. Anche allora, il passaggio si rivelò un fiasco clamoroso, con una serie di insuccessi che lo costrinsero a fare rapidamente marcia indietro, tornando all’ovile della televisione pubblica. La storia sembra ripetersi, ma con una differenza sostanziale: questa volta, Amadeus abbandona la Rai nel momento del suo massimo splendore, dopo aver inanellato una serie di successi straordinari, tra cui la conduzione del Festival di Sanremo.
Questo nuovo fallimento appare quindi ancora più doloroso e significativo. Amadeus non solo non è riuscito a replicare i fasti della sua esperienza in Rai, ma ha fatto addirittura peggio di quanto fatto a Mediaset quindici anni fa. Il fatto che il suo programma sia stato battuto da una produzione di Real Time è un segnale inequivocabile di quanto sia difficile per un conduttore, per quanto talentuoso e popolare, trasferire il proprio successo da una rete all’altra, soprattutto quando si tratta di passare da un colosso come la Rai a un canale di nicchia come il Nove.
La decisione di Amadeus di lasciare la Rai, motivata forse da ambizioni personali o dalla ricerca di nuove sfide professionali, si sta rivelando un boomerang di proporzioni enormi. Il conduttore si trova ora in una posizione estremamente delicata: da un lato, deve cercare di risollevare le sorti del suo programma e giustificare la fiducia (e l’investimento) di Warner Bros. Discovery; dall’altro, deve fare i conti con il confronto impietoso con i suoi passati successi in Rai, che ora appaiono ancora più luminosi alla luce di questo flop.
Il mondo della televisione è notoriamente volatile e imprevedibile, ma il caso di Amadeus sembra confermare una regola non scritta: il successo di un conduttore è spesso legato a doppio filo con il contesto in cui opera. Cambiare rete, format e pubblico di riferimento può rivelarsi un’operazione estremamente rischiosa, anche per i professionisti più affermati. Resta da vedere se Amadeus riuscirà a invertire la rotta o se, come accaduto in passato, sarà costretto a riconsiderare le sue scelte professionali, magari con un nuovo ritorno in Rai. Nel frattempo, il suo caso si configura come un monito per tutti i conduttori tentati dall’idea di abbandonare una situazione di successo per avventurarsi in territori inesplorati.