Italia – L’Italia si trova attualmente in una situazione meteorologica alquanto peculiare, caratterizzata da un’inversione termica che sta generando temperature decisamente anomale per il periodo. Questo fenomeno atmosferico, tipico delle stagioni autunnali e invernali in condizioni di alta pressione, sta provocando un vero e proprio capovolgimento termico: le zone montuose registrano temperature più elevate rispetto alle aree pianeggianti, in netto contrasto con la normale distribuzione verticale delle temperature atmosferiche.
L’inversione termica si verifica quando uno strato di aria calda si posiziona al di sopra di uno strato di aria più fredda, creando una sorta di “coperchio” che intrappola l’aria fredda negli strati più bassi dell’atmosfera. Questo processo è particolarmente evidente nelle zone pianeggianti del Nord Italia, nelle vallate interne del Centro e lungo i litorali, dove la formazione di nebbie e foschie gioca un ruolo fondamentale nel mantenimento di questa configurazione termica anomala.
Durante le ore notturne, il rapido raffreddamento del suolo favorisce la formazione di nebbie o foschie nelle aree più umide e pianeggianti, dove il ristagno d’aria è più pronunciato. Questo fenomeno è ulteriormente accentuato dalla presenza di nubi medio-basse, risultanti dal sollevamento delle nebbie stesse, che contribuiscono a mantenere un cielo grigio e coperto per gran parte della giornata, impedendo al sole di riscaldare efficacemente gli strati d’aria più bassi.
Le conseguenze di questa inversione termica sulle temperature sono significative e ben visibili. Nelle aree di pianura, nelle valli interne e lungo le coste, le giornate risultano sorprendentemente fredde, con temperature che faticano a superare i 10-14°C, come previsto per la giornata di giovedì 7 novembre nelle pianure del Nord-Ovest e in Emilia-Romagna. Al contrario, le zone montuose godono di un clima decisamente più mite, con lo zero termico che si attesta a quote eccezionalmente elevate, superando i 3500 metri di altitudine nelle Alpi.
In netto contrasto con questa situazione, le regioni non interessate dal fenomeno dell’inversione termica, come la Sardegna, registrano temperature decisamente più elevate, con punte che si avvicinano ai 22-23°C. Questa disparità termica tra le diverse aree geografiche del paese sottolinea la complessità e la variabilità del quadro meteorologico attuale.
Le previsioni per i prossimi giorni indicano una sostanziale persistenza di questa configurazione atmosferica, con l’alta pressione che continuerà a dominare su gran parte del territorio italiano. Tuttavia, a partire dalla metà della settimana, si prevede un graduale cambiamento della situazione meteorologica, con l’arrivo di un debole fronte instabile che potrebbe portare a un calo delle temperature in Sardegna, Sicilia, su parte delle regioni centrali tirreniche e al Sud.