Roma, Italia – Una misteriosa malattia sta seminando il panico nella Repubblica Democratica del Congo, causando la morte di decine di persone in poco più di un mese. Di fronte a questa emergenza sanitaria, l’Italia ha deciso di innalzare il livello di attenzione, adottando misure precauzionali per prevenire una possibile diffusione sul territorio nazionale.
Il Ministero della Salute italiano ha diramato una direttiva agli Uffici di sanità marittima, aerea e di frontiera (Usmaf), invitandoli a “prestare particolare attenzione su tutti i punti di ingresso, specialmente per i voli diretti provenienti dal Congo”. Questa mossa riflette la crescente preoccupazione per la situazione nel paese africano, dove le autorità locali hanno dichiarato lo stato di “massima allerta”.
La malattia, descritta dalle autorità sanitarie congolesi come “un evento sconosciuto di sanità pubblica”, si è manifestata principalmente nella regione di Panzi, a circa 700 km a sud-est della capitale Kinshasa. I primi casi sono stati rilevati alla fine di ottobre, e da allora il numero di vittime è cresciuto rapidamente, colpendo in particolare i bambini e i giovani.
I sintomi riportati sono simili a quelli dell’influenza: febbre alta, mal di testa, tosse e, in modo preoccupante, anemia. Gli specialisti hanno concluso che si tratta di una patologia che colpisce l’apparato respiratorio, ma hanno escluso che si tratti di COVID-19. La rapidità con cui la malattia si sta diffondendo e la sua letalità hanno sollevato timori che possa trattarsi di un nuovo patogeno potenzialmente pericoloso.
La situazione è resa ancora più critica dalle precarie condizioni sanitarie della regione colpita. Nella zona di Panzi, le infrastrutture sanitarie sono quasi inesistenti e la popolazione vive in condizioni di estrema precarietà, con un tasso di malnutrizione infantile che raggiunge il 61%. Questi fattori rendono la popolazione locale particolarmente vulnerabile e complicano gli sforzi per contenere l’epidemia.
Le autorità internazionali, tra cui l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), hanno inviato team di esperti nella regione per raccogliere campioni e cercare di identificare il patogeno responsabile. Nel frattempo, gli epidemiologi italiani invitano a non sottovalutare la situazione, sottolineando l’importanza di un approccio di “salute globale”.
Il professor Massimo Ciccozzi, ordinario di Epidemiologia all’Università Campus Bio-medico di Roma, ha evidenziato la necessità di un monitoraggio epidemiologico attento, soprattutto in vista del prossimo Giubileo che porterà milioni di pellegrini a Roma. Ha suggerito di “effettuare un monitoraggio epidemiologico con attenzione ai voli verso l’Italia, controllando le persone con sintomi simil-influenzali con i tamponi in modo da escludere determinate malattie”.
Anche l’infettivologo Matteo Bassetti ha commentato la situazione, ricordando che “l’ultima volta dal Congo è arrivata l’Ebola”. Ha sottolineato l’importanza del cordone sanitario messo in atto dall’OMS, che al momento circonda l’area seguendo le regole internazionali.