La regione nordorientale della Spagna sta affrontando una grave siccità che ha portato a significative restrizioni idriche, provocando disagi per i residenti della Catalogna. Il sindaco di Vallirana, Eva Martínez, ha evidenziato come le precipitazioni siano diminuite drasticamente negli ultimi tre anni, passando da 600-800 litri a meno di 300 litri di pioggia per metro quadrato.
A causa di questa siccità, i villaggi abbandonati della regione sono riemersi dagli invasi, con riserve idriche al 16%, portando all’eventualità di dichiarare lo stato di emergenza. Questa situazione ha causato disagi per i 5 milioni di abitanti di Barcellona e della sua area metropolitana, con la prospettiva di una riduzione della pressione dell’acqua e un limite di consumo di 160 litri al giorno per persona.
A Vallirana, la situazione è già critica, con alcuni quartieri che stanno sperimentando la mancanza d’acqua, rendendo molte zone prive di acqua potabile.
Questa siccità in Catalogna persiste da ben 3 anni, spingendo le autorità a cercare soluzioni alternative. Tra le proposte vi è il trasporto di imbarcazioni cariche d’acqua a Barcellona. Tuttavia, il professor Xavier Sánchez Vila dell’Università Politecnica della Catalogna ha sottolineato che queste misure sono solo temporanee. Ha anche invitato ad esplorare maggiormente le risorse di acque sotterranee e a migliorare il riutilizzo delle acque reflue come soluzioni a lungo termine.
La situazione non è limitata alla Catalogna, poiché anche in Andalusia sono previste restrizioni sul consumo d’acqua, in particolare a Siviglia e Malaga. Questi eventi mettono in evidenza l’urgenza di affrontare la crisi idrica non solo come un problema locale, ma come una sfida che coinvolge l’intera nazione.