Un recente studio condotto dal Korea Institute of Science and Technology (KIST) e dal Sustainable Environment Research Center ha messo in luce un fenomeno apparentemente paradossale: nonostante il riscaldamento globale, l’Asia orientale e il Nord America hanno sperimentato un aumento delle ondate di freddo invernale. Pubblicato su Nature Communications, lo studio offre una spiegazione a medio e lungo termine sui cambiamenti climatici invernali, individuando il ruolo chiave degli oceani delle medie latitudini in questo fenomeno.
Gli esperti avevano inizialmente attribuito l’incremento del freddo invernale al riscaldamento dell’Artico e all’indebolimento della corrente a getto, ma tali cause non sono state pienamente dimostrate dagli esperimenti sui modelli climatici. Secondo gli studiosi, le correnti oceaniche, veicolando energia termica e materia, svolgono un ruolo cruciale nell’influenzare il clima dei Paesi circostanti, e l’accumulo di calore in specifiche regioni oceaniche sembra essere la causa dell’aumento delle ondate di freddo estremo.
Il fenomeno dell’accumulo di calore nelle vicinanze della Corrente del Golfo e della Corrente di Kuroshio ha avuto un impatto diretto sulle temperature registrate in Asia orientale e Nord America. Questo processo, che può estendersi da anni a decenni, ha un’influenza significativa sulla temperatura continentale, sottolineano gli esperti.
Il team di ricerca ha evidenziato che l’intensificarsi del riscaldamento globale e le modifiche della struttura degli oceani potrebbero portare a cambiamenti climatici regionali significativi. Questa scoperta fornisce importanti riferimenti per le previsioni a lungo termine sulle domande energetiche invernali e per la costruzione di infrastrutture in grado di prevenire disastri climatici, sottolineando l’importanza di prevedere con precisione il rischio di eventi meteorologici estremi per prevenire danni socioeconomici.