Capitan Harlock, 45 anni fa arrivava in Italia: un’icona intramontabile

Il 9 aprile 1979, Capitan Harlock debuttava sulla TV italiana, diventando rapidamente un fenomeno culturale che ha attraversato generazioni.

Il 9 aprile del 1979 segna un momento storico per la televisione italiana e per tutti gli appassionati di anime: è la data in cui Capitan Harlock, il pirata dello spazio creato da Leiji Matsumoto, fa il suo esordio su Rai 2, all’interno del programma “Buonasera con… Rita al circo”. Questo evento non solo ha introdotto in Italia uno dei personaggi più amati e iconici dell’animazione giapponese, ma ha anche aperto la strada a un nuovo modo di concepire e fruire dei cartoni animati, che da quel momento in poi non sarebbero stati più solo un semplice passatempo per bambini.

La serie animata di Capitan Harlock, prodotta da Toei Animation, non ha ottenuto un successo immediato, ma con le prime repliche è esplosa la “Harlock mania”, un fenomeno che ha coinvolto non solo i più giovani, ma anche un pubblico adulto, affascinato dalle tematiche profonde e dalla complessità dei personaggi. La storia di Harlock, un emarginato che diventa pirata spaziale alla guida dell’astronave Arcadia, dopo essersi ribellato al governo della Terra, tocca temi come la libertà, la resistenza contro l’oppressione e l’altruismo, rendendo il personaggio e le sue avventure simbolo di ribellione e idealismo.

Il successo di Capitan Harlock in Italia è stato tale da generare un legame speciale tra il personaggio (e il suo autore) e il nostro Paese, testimoniato da scambi e celebrazioni che continuano ancora oggi, a quarantacinque anni di distanza dal suo debutto. L’Associazione Culturale Leiji Matsumoto, ad esempio, ha organizzato eventi e incontri per celebrare l’anniversario del personaggio, dimostrando come il suo fascino sia rimasto intatto nel tempo.

La musica ha giocato un ruolo fondamentale nel consolidare il mito di Capitan Harlock. La sigla della serie, scritta da Luigi Albertelli e arrangiata da Vince Tempera, è diventata un vero e proprio inno alla libertà e all’avventura, rimanendo impressa nella memoria collettiva di diverse generazioni di italiani. Albertelli stesso ha sottolineato come le parole della canzone, che invitano a “rubare a chi ha di più” e a “volare senza una meta tra pianeti sconosciuti”, incarnino lo spirito di ribellione e di ricerca di libertà che caratterizza Harlock e le sue gesta.

Nonostante le polemiche e le accuse di veicolare messaggi controversi, come quella di essere filofascista, la figura di Capitan Harlock ha sempre trasceso le etichette politiche, rappresentando piuttosto un ideale di lotta contro ogni forma di tirannia e di oppressione, in nome di un’umanità libera e solidale.

In conclusione, a quarantacinque anni dal suo arrivo in Italia, Capitan Harlock rimane un’icona intramontabile, un simbolo di coraggio, libertà e idealismo che continua a ispirare e a emozionare, dimostrando come certe storie abbiano il potere di attraversare il tempo, mantenendo intatto il loro fascino e la loro attualità.

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