Il sistema di Protezione Civile in Italia, soprattutto per quanto riguarda il volontariato, si trova di fronte a critiche sempre più pressanti e fondate. Le Organizzazioni di Volontariato di Protezione Civile (ODV), pur essendo numerose e capillarmente distribuite sul territorio, mostrano limiti evidenti che ne compromettono l’efficacia e l’efficienza.
Uno dei problemi principali risiede nell’elevato costo di mantenimento di queste organizzazioni, che spesso si traduce in una gestione finanziaria poco trasparente e non ottimale. Le migliaia di ODV presenti sul territorio nazionale sono composte in gran parte da volontari con un’età media superiore ai 55 anni, il che solleva questioni non solo sulla loro capacità operativa in scenari di emergenza, ma anche sulla sostenibilità a lungo termine di questo modello di volontariato.
La formazione di questi volontari, inoltre, è spesso carente. Nonostante l’esistenza di corsi e aggiornamenti, la mancanza di un controllo diretto e centralizzato rende difficile garantire un livello uniforme e adeguato di preparazione, lasciando spazio a disparità significative nella qualità del servizio offerto.
Un altro aspetto critico è la struttura stessa che regola le ODV, la quale impedisce un controllo efficace sia sui volontari che sui costi di gestione. Questo sistema decentralizzato favorisce una gestione autonoma che, se da un lato può stimolare l’iniziativa locale, dall’altro può portare a decisioni non allineate con le necessità reali o con una visione strategica complessiva. Non sono rari i casi in cui le risorse vengono spese in modo inappropriato, con acquisti di attrezzature costose e spesso superflue come camion, ruspe ed elicotteri, che non rispondono a reali necessità operative ma sembrano piuttosto destinati a soddisfare l’ego di alcuni volontari.
Questi problemi sono esacerbati da scandali e da una gestione delle risorse che in molti casi ha visto spese folli e ingiustificate, minando ulteriormente la fiducia nel sistema di Protezione Civile.
Di fronte a questi limiti, appare sempre più necessario guardare a modelli alternativi, come quello adottato nella Provincia Autonoma di Trento o in alcune nazioni del Nord Europa, dove i Vigili del Fuoco volontari sono organizzati in maniera molto più efficiente. In questi modelli, i comuni si uniscono per creare caserme di vigili del fuoco volontari che, pur mantenendo un forte ancoraggio locale, sono direttamente controllati da un comando provinciale. Questo permette investimenti più mirati e una gestione delle risorse più razionale e meno soggetta a sprechi.
Molto importante poi la capacità d’Intervento dei Vigili del Fuoco Volontari che, a differenze dei Volontari di Protezione Civile, possono intervenire su tutti gli scenari d’emergenza: dai classici incidenti stradali alle grandi calamità passando per incendi civili, boschivi ed industriali; tutte cose che (fatti salvi gli incendi boschivi) i Volontari delle ODV non possono fare.
Il Volontariato di Protezione Civile, dopo l’addio di Guido Bertolaso, è divenuto per lo più un circolo di pensionati con rare eccezioni che si trovano a lottare con la mancanza di risorse economiche, con l’ingerenza della politica locale e con altre associazioni che assorbono le poche risorse disponibili senza un progetto, una pianificazione ed un reale controllo su formazione, operato e spese ingiustificate.
Un sistema centralizzato e ben coordinato non solo garantisce un uso più oculato delle risorse finanziarie, ma permette anche di elevare la qualità della formazione e dell’intervento, assicurando risposte più rapide ed efficaci in caso di emergenze. Inoltre, un tale sistema è meno permeabile alle ingerenze della politica locale e regionale e più resistente alle dinamiche personalistiche che possono influenzare le ODV.
Il modello attuale di Protezione Civile, soprattutto per quanto riguarda il volontariato, appare superato e inefficace. È fondamentale ripensare l’approccio alla gestione delle emergenze in Italia, privilegiando strutture più snelle, professionali e capaci di garantire un servizio di alta qualità senza sprechi di risorse. Solo così sarà possibile restituire al sistema di Protezione Civile la credibilità e l’efficacia che la cittadinanza si aspetta e merita.