Campi Flegrei, i sindaci dell’area respingono l’ipotesi di trasferimento

Per i sindaci dell’are dei Campi Flegrei il trasferimento dei cittadini in nuovi territori sicuri è inaccettabile.

Roma, Italia“Pozzuoli non si sposta. Da sempre c’è il fenomeno del bradisismo. Non a caso è nato il decreto Campi Flegrei perché era un decreto in termini di prevenzione e di mitigazione del rischio, proprio per incrementare la resilienza del territorio e per permettere agli stessi cittadini di convivere con questo fenomeno. Bisogna lavorare sulle attività previste dal decreto legge Campi Flegrei, dovremo continuare ad aggiungere altre attività e soprattutto altre risorse per portarle avanti e renderle un territorio sempre più sicuro”. Queste le parole del sindaco di Pozzuoli Luigi Manzoni prima di entrare a Palazzo Chigi per partecipare al vertice con il Ministro della Protezione Nello Musumeci.

Anche il sindaco di Bacoli Josi Gaerardo Della Ragione ha respinto la valutazione del governo di dare incentivi a quanti, vivendo nei Campi Flegrei, vogliano lasciare il territorio per trasferirsi altrove: “Noi riteniamo che possiamo vivere nei Campi Flegrei, in quanto sia l’Ingv e l’Osservatorio vesuviano parlano di crisi bradisismica con cui conviviamo da millenni. E infatti ci sono già passati i nostri genitori negli anni Settanta e Ottanta. L’abbiamo superata in quella fase, figuriamoci adesso. Non c’è bisogno di incentivi per trasferire altrove i cittadini. E poi trasferire dove? Il territorio nazionale è interamente sismico. Noi restiamo nei Campi Flegrei. Io non ho mai sentito, quando purtroppo si parla di disgrazie in altre parti di Italia, di spostare la popolazione. Poi spostiamo i Campi Flegrei, spostiamo le aree vesuviane, spostiamo Napoli. Spostiamo tre milioni di persone? Possiamo convivere in questa parte di mondo.

Per Della Ragione, la strada da percorrere è quella di investire sull’edilizia privata per renderla antisismica, laddove necessaria: “Chiediamo al governo un atto di ulteriore responsabilità, ossia continuare a lavorare insieme come abbiamo fatto fino adesso, portando però l’attenzione sui fabbricati privati. Chiediamo un intervento radicale per le abitazioni private, per permettere ai cittadini di vivere in sicurezza e per permettere al tessuto economico di non essere messo in ginocchio”.

Advertisement

La domanda sorge però spontanea: chi pagherà tutto ciò?