Secondo i dati del Copernicus Climate Change Service (C3S), maggio 2024 è stato il mese di maggio più caldo mai registrato a livello globale. La temperatura media della superficie terrestre è stata di 15,91°C, superando di 0,65°C la media del periodo 1991-2020 e di 1,52°C la media pre-industriale del periodo 1850-1900. Questo segna il dodicesimo mese consecutivo in cui le temperature globali hanno raggiunto valori record per il mese corrispondente.
Carlo Buontempo, direttore del C3S, ha descritto questa serie di record come “scioccante ma non sorprendente”, sottolineando che, sebbene questa sequenza di mesi da record possa essere interrotta, la tendenza generale del cambiamento climatico rimane invariata. Buontempo ha inoltre avvertito che, senza una drastica riduzione delle emissioni di gas serra, questi mesi “più caldi” saranno ricordati come relativamente freddi rispetto a ciò che potrebbe accadere in futuro.
Il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, ha lanciato un appello urgente per azioni più ambiziose contro il cambiamento climatico, definendo la situazione attuale come un “momento di verità” per il pianeta. Guterres ha esortato i leader mondiali a prendere il controllo della crisi climatica, evidenziando che gli impegni globali sul clima sono “appesi a un filo”. Ha inoltre criticato le compagnie di combustibili fossili, definendole i “padrini del caos climatico”, e ha chiesto il divieto di pubblicità per i prodotti fossili.
I dati del C3S mostrano che la temperatura media globale per il periodo giugno 2023 – maggio 2024 è stata di 1,63°C sopra la media pre-industriale, il valore più alto mai registrato per un periodo di 12 mesi. Questo aumento delle temperature è stato accompagnato da eventi meteorologici estremi in tutto il mondo, tra cui ondate di calore, incendi, inondazioni e uragani.
Nonostante la fine prevista del fenomeno El Niño, che ha contribuito all’aumento delle temperature globali, gli scienziati avvertono che il riscaldamento a lungo termine continuerà a causa delle emissioni di gas serra. La possibilità di un passaggio a condizioni di La Niña, caratterizzate da temperature più fresche nel Pacifico equatoriale centrale e orientale, potrebbe portare a un temporaneo raffreddamento, ma non invertirà la tendenza generale del riscaldamento globale.
In conclusione, i dati di maggio 2024 rappresentano un chiaro segnale dell’urgenza di affrontare il cambiamento climatico con azioni concrete e immediate. La comunità scientifica e i leader mondiali devono collaborare per ridurre le emissioni di gas serra e mitigare gli effetti del riscaldamento globale, al fine di garantire un futuro sostenibile per il pianeta.
Fonte: Copernicus EU