Economia, se l’Italia facesse pagare le aziende straniere per l’utilizzo di nomi italiani incasserebbe miliardi ogni anno

L’Italia potrebbe incassare miliardi ogni anno facendo pagare le aziende straniere per l’uso di nomi italiani nei loro prodotti. Questa strategia, basata sulla regolamentazione dell’Italian Sounding, potrebbe generare entrate davvero significative.

Italia – L’Italian Sounding, ovvero l’utilizzo di nomi, immagini e simboli che evocano l’Italia per commercializzare prodotti non italiani, è un fenomeno che costa all’economia italiana miliardi di euro ogni anno. Tuttavia, se gestito strategicamente, potrebbe trasformarsi in una fonte di ricchezza per il paese.

Secondo uno studio condotto da The European House Ambrosetti e Assocamerestero, il fenomeno dell’Italian Sounding nel mondo vale circa 79,2 miliardi di euro. Se l’Italia decidesse di concedere lo sfruttamento di questi nomi e simboli alle aziende straniere, dietro il pagamento di royalties, potrebbe generare un flusso di entrate considerevole.

Un esempio emblematico è la Ford Capri, un’auto prodotta in Germania ma che sfrutta un nome italiano evocativo. Analogamente, negli Stati Uniti viene prodotta una “mortadella” che di italiano ha ben poco, se non il nome. Questi sono solo due dei numerosi casi in cui aziende straniere beneficiano dell’appeal del Made in Italy senza contribuire all’economia italiana.

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La regolamentazione dell’Italian Sounding potrebbe funzionare come una sorta di “marchio Italia” concesso in licenza. Le aziende straniere che desiderano utilizzare nomi o riferimenti italiani nei loro prodotti dovrebbero pagare una quota per questo privilegio. Considerando la vastità del fenomeno, che spazia dall’agroalimentare alla moda, passando per l’automotive e il design, il potenziale di guadagno è enorme.

Le entrate generate da questa strategia potrebbero essere destinate alla riduzione del debito pubblico italiano, che rappresenta uno dei principali ostacoli allo sviluppo economico del paese.

Riducendo il peso del debito, l’Italia potrebbe liberare risorse da investire in settori cruciali. La sanità, ad esempio, necessita di investimenti significativi: secondo recenti stime, il gap di investimenti nel settore sanitario ammonta a circa 32 miliardi di euro. Questi fondi sarebbero necessari per adeguamenti sismici, tecnologie sanitarie, case e ospedali di comunità.

Anche le infrastrutture potrebbero beneficiare di questi nuovi flussi di cassa. L’Italia ha un bisogno urgente di modernizzare e potenziare la sua rete infrastrutturale, sia per migliorare la competitività economica che per garantire una migliore qualità della vita ai cittadini.

Inoltre, parte delle entrate potrebbe essere destinata a sostenere le aziende italiane autentiche, aiutandole a competere sui mercati internazionali e a proteggere il vero Made in Italy. Questo creerebbe un circolo virtuoso, rafforzando l’immagine e il valore del brand Italia nel mondo.

La sfida principale nell’implementazione di questa strategia sarebbe la creazione di un quadro normativo internazionale che permetta all’Italia di esercitare un controllo sull’uso dei suoi riferimenti culturali e geografici. Ciò richiederebbe negoziati complessi a livello di Unione Europea e dell’Organizzazione Mondiale del Commercio.

In conclusione, trasformare l’Italian Sounding da minaccia a opportunità potrebbe rappresentare una svolta per l’economia italiana. Non solo genererebbe entrate significative, ma rafforzerebbe anche la posizione dell’Italia come custode del suo patrimonio culturale e gastronomico. È una strategia audace che richiede visione e determinazione, ma che potrebbe portare benefici sostanziali al paese, contribuendo a ridurre il debito pubblico e a finanziare investimenti cruciali per il futuro dell’Italia.