Autovelox illegali, guida completa per ottenere il rimborso delle multe

Il sequestro di autovelox illegali in tutta Italia apre la possibilità di annullamento e rimborso delle multe. L’articolo spiega in dettaglio la situazione, le procedure da seguire per contestare le sanzioni e ottenere i rimborsi, sia per chi ha già pagato che per chi non lo ha ancora fatto.

Italia – Il recente sequestro di autovelox illegali in diverse parti d’Italia ha sollevato numerose questioni riguardo la validità delle multe emesse e la possibilità di ottenere rimborsi. La vicenda, partita da Cosenza ma estesasi rapidamente a livello nazionale, coinvolge dispositivi di rilevamento della velocità non conformi alle normative vigenti, in particolare il modello T-Exspeed v.2.0.

La situazione attuale

Il provvedimento di sequestro, disposto dal GIP di Cosenza nell’ambito di un’indagine della Procura locale, ha portato alla disattivazione di numerosi autovelox in varie città italiane, da nord a sud. Il rappresentante legale della società che fornisce questi dispositivi ai comuni è stato denunciato per frode nella pubblica fornitura. Questa situazione apre la possibilità concreta di annullamento delle multe e restituzione delle somme già pagate da parte degli automobilisti.

Procedure per contestare le sanzioni

Per chi non ha ancora pagato la multa:

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  • Richiesta di sgravio amministrativo: È possibile richiedere lo sgravio della sanzione direttamente all’ente che l’ha emessa.
  • Ricorso: Si può presentare ricorso per l’annullamento della multa entro i termini di legge.

Per chi ha già pagato la sanzione:

  • Accesso agli atti: Il primo passo è richiedere l’accesso agli atti al comune competente per verificare l’omologazione dell’autovelox utilizzato.
  • Ricorso: Una volta accertata la mancata omologazione, si può presentare ricorso entro 60 giorni dalla notifica del verbale al prefetto, oppure entro 30 giorni al giudice di pace.

Tempistiche e modalità di ricorso

È fondamentale rispettare i tempi previsti dalla legge per la contestazione delle sanzioni: 1. 60 giorni dalla data di contestazione o notifica della violazione per il ricorso al prefetto 2. 30 giorni per il ricorso al giudice di pace

Ruolo dei comuni e rimborsi

Nel caso in cui venga riconosciuto l’annullamento della sanzione o la restituzione delle somme indebitamente versate, saranno i comuni a dover provvedere ai rimborsi. Questo perché sono le amministrazioni comunali ad aver noleggiato e utilizzato le strumentazioni per la misurazione della velocità dalle società private fornitrici.

Posizione delle associazioni dei consumatori

Le associazioni dei consumatori, come il Codacons e Federconsumatori, stanno giocando un ruolo attivo in questa vicenda: 1. Il Codacons ha chiarito che le sanzioni elevate da apparecchi autovelox non a norma possono essere contestate, purché non siano state già pagate. 2. Federconsumatori offre assistenza ai cittadini coinvolti attraverso i propri sportelli, fornendo informazioni e indicazioni su come procedere.

Considerazioni finali

La questione degli autovelox illegali solleva importanti riflessioni sul corretto utilizzo di questi strumenti da parte degli enti locali. Come sottolineato da diverse associazioni, gli autovelox dovrebbero essere impiegati esclusivamente per garantire la sicurezza stradale e non come “bancomat” per le amministrazioni comunali.

È importante sottolineare che, nonostante questa situazione, il rispetto dei limiti di velocità rimane fondamentale per la sicurezza stradale. Tuttavia, è altrettanto cruciale che gli enti preposti al controllo operino nel pieno rispetto delle normative vigenti.

Per gli automobilisti che ritengono di essere stati sanzionati ingiustamente a causa di autovelox non conformi, è consigliabile agire tempestivamente, seguendo le procedure indicate e, se necessario, richiedendo l’assistenza delle associazioni dei consumatori o di professionisti del settore.