Italia – Il mare Adriatico si trova nuovamente alle prese con un fenomeno tanto naturale quanto fastidioso: la proliferazione della mucillagine. Questa sostanza gelatinosa, prodotta dal fitoplancton marino, sta facendo la sua comparsa in vaste aree del bacino adriatico, creando non pochi disagi a bagnanti, operatori turistici e pescatori. Il fenomeno, visibile persino dallo spazio grazie alle immagini catturate dal satellite Sentinel-2 del programma europeo Copernicus, si manifesta come una linea bianca sinuosa che ondeggia al largo della costa, accompagnata da chiazze verdi più vicine alla riva.
La mucillagine, composta da materiale organico denso e gelatinoso, si sta diffondendo in modo particolarmente intenso nell’Adriatico centro-settentrionale. Le zone più colpite vanno dal Golfo di Trieste, passando per la Riviera Romagnola, fino ad arrivare alle coste marchigiane, con segnalazioni che si estendono fino al promontorio del Conero. Questa vasta area interessata dal fenomeno sta mettendo a dura prova la pazienza dei turisti e la resilienza degli operatori balneari, che si trovano a dover gestire una situazione tanto inaspettata quanto problematica in piena stagione estiva.
Nonostante l’aspetto poco invitante e la sensazione di fastidio che provoca al contatto con la pelle, gli esperti rassicurano sulla natura non nociva della mucillagine, sia per l’uomo che per l’ecosistema marino. Tuttavia, la sua presenza massiccia non è priva di conseguenze: per i pescatori, ad esempio, rappresenta un doppio problema, poiché non solo sporca le reti, ma riduce anche la quantità di ossigeno nell’acqua, influenzando potenzialmente la fauna ittica.
Le cause di questa proliferazione anomala sono oggetto di studio da parte della comunità scientifica. Tra i fattori che contribuiscono alla formazione della mucillagine, gli esperti indicano le temperature marine particolarmente elevate e prolungate, l’eutrofizzazione delle acque e la presenza di alti livelli di fosforo. Non va dimenticato che il fenomeno non è nuovo per l’Adriatico: la prima segnalazione risale addirittura al 1729, quando venne descritta come “mare sporco” per il suo effetto sulle reti da pesca.
L’impatto della mucillagine non si limita alle attività umane, ma coinvolge anche l’ecosistema marino nel suo complesso. La formazione di uno strato gelatinoso sui fondali può avere conseguenze negative sulle comunità bentoniche, in particolare su coralli, bivalvi e praterie di Posidonia, interferendo con i processi fisiologici di questi organismi. Questo aspetto solleva preoccupazioni sulla biodiversità marina e sugli equilibri ecologici dell’Adriatico.
Di fronte a questa situazione, le autorità locali e gli enti di ricerca stanno monitorando attentamente l’evoluzione del fenomeno. La struttura oceanografica Daphne di Arpae, attraverso la voce della responsabile Cristina Mazziotti, invita alla calma, sottolineando la naturalità del processo e la sua ciclicità. Tuttavia, la frequenza e l’intensità con cui la mucillagine si sta manifestando negli ultimi decenni sollevano interrogativi sulle possibili connessioni con i cambiamenti climatici e le attività antropiche che interessano il bacino adriatico.
Mentre la comunità scientifica continua a studiare il fenomeno per comprenderne meglio le dinamiche e le possibili evoluzioni future, i bagnanti e gli operatori turistici della costa adriatica si trovano a dover convivere con questa presenza indesiderata. A Rimini, ad esempio, si registra un boom nell’utilizzo delle piscine degli stabilimenti balneari, segno che i turisti stanno cercando alternative al bagno in mare. Questa situazione pone sfide significative al settore turistico, già provato da anni di incertezze, e richiede strategie di adattamento e comunicazione efficaci per gestire le aspettative dei visitatori.
In conclusione, la mucillagine nell’Adriatico si conferma come un fenomeno complesso, che intreccia aspetti ecologici, economici e sociali. La sua presenza, seppur fastidiosa, ci ricorda la delicatezza degli equilibri marini e l’importanza di un approccio sostenibile nella gestione delle nostre coste. Mentre la stagione estiva 2024 prosegue, resta da vedere come evolverà la situazione e quali lezioni potremo trarre da questa ennesima manifestazione della natura, sempre capace di sorprenderci e di metterci di fronte alle sfide della convivenza tra uomo e ambiente marino.