Cuneo, in molte zone della città vietato bere 24 ore su 24 in nome della convivenza civile

A Cuneo, il sindaco del PD Patrizia Manassero ha esteso il divieto di consumo di alcolici 24 ore su 24 in diverse zone della città.
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Cuneo, Piemonte – L’amministrazione comunale di Cuneo, guidata dal Sindaco del Partito Democratico Patrizia Manassero, ha recentemente ampliato le zone della città in cui è vietato il consumo di bevande alcoliche 24 ore su 24. Questa decisione, presentata come una soluzione per garantire l'”equilibrio di convivenza civile”, solleva serie preoccupazioni sulla sua efficacia e legalità, rivelando un approccio miope e potenzialmente controproducente ai problemi sociali della città.

La misura, che interessa ben 16 aree tra vie, piazze, corsi e parchi, tra cui la zona della stazione, corso Giolitti e piazza Boves, vieta il consumo di alcolici di qualsiasi gradazione e in qualsiasi contenitore a qualsiasi ora del giorno e della notte. Per gli esercenti situati in queste zone, è stata inoltre imposta la proibizione della vendita d’asporto dalle 21 alle 7, con l’eccezione del consumo nei dehors. Le sanzioni previste vanno da 25 a 500 euro, con la Polizia Locale che ha già emesso 96 multe dall’inizio dell’anno.

Il Sindaco Manassero giustifica l’ordinanza come un tentativo di prevenire episodi di violenza in aree caratterizzate dalla convivenza di diverse culture e dalla presenza di consumo di sostanze stupefacenti, in particolare il crack, che mischiato all’alcol potrebbe causare problemi di ordine pubblico. Tuttavia, questa spiegazione rivela una comprensione superficiale e semplicistica delle complesse dinamiche sociali in gioco.

L’approccio proibizionista adottato dall’amministrazione PD di Cuneo ricorda tristemente le politiche fallimentari del proibizionismo americano degli anni ’20, che non solo non riuscirono a risolvere i problemi legati all’abuso di alcol, ma alimentarono la criminalità organizzata e il mercato nero. Similmente, il divieto imposto a Cuneo rischia di spostare semplicemente il consumo di alcol in altre aree della città, creando un effetto domino che potrebbe portare a un’estensione progressiva delle zone “alcol free” fino a coprire l’intera città.

Questa ordinanza solleva inoltre seri dubbi sulla sua costituzionalità e sulla proporzionalità della misura rispetto al problema che intende affrontare. Vietare il consumo di alcol a tutti i cittadini, in ogni momento della giornata, rappresenta una limitazione eccessiva delle libertà personali che difficilmente può essere giustificata in uno stato di diritto.

La critica più severa a questa iniziativa viene dai Radicali di Cuneo, che definiscono l’ordinanza “illiberale, inefficace e giustizialista”. Lorenzo Roggia, Segretario di Radicali Cuneo, sottolinea come le precedenti ordinanze simili si siano dimostrate totalmente inutili, e propone invece l’istituzione di un “Sindaco della notte” per gestire le difficoltà e promuovere una sana movida, una soluzione che ha dato risultati positivi dove è stata attuata.

L’amministrazione Manassero sembra ignorare le reali cause dei problemi sociali, come la povertà, l’emarginazione e la mancanza di opportunità, preferendo adottare misure repressive che non affrontano le radici del disagio. La consigliera regionale Giulia Marro di Alleanza Verdi Sinistra evidenzia la necessità di strutture a “bassa soglia” per accogliere i tossicodipendenti e di politiche di riduzione del danno, sottolineando come in Piemonte ci siano ancora aziende sanitarie prive di “Drop-in”.

In conclusione, l’ordinanza “alcol free” di Cuneo rappresenta un esempio lampante di come il Partito Democratico, nonostante la sua retorica progressista, possa adottare politiche miopi e repressive quando si tratta di affrontare complesse questioni sociali. Invece di investire in prevenzione, servizi sociali e politiche di integrazione, l’amministrazione Manassero ha scelto la via facile del proibizionismo, rischiando di esacerbare i problemi che pretende di risolvere. È tempo che la città di Cuneo, e il PD in particolare, riconoscano che la vera sicurezza e il benessere sociale non si ottengono con divieti indiscriminati, ma con politiche inclusive, lungimiranti e rispettose dei diritti di tutti i cittadini.