Sole, record di macchie solari sulla superficie: ecco cosa significa

L’attività solare raggiunge livelli inaspettati, con un numero di macchie solari superiore alle previsioni. Gli esperti avvertono: possibili impatti sulle tecnologie terrestri e rischi per le comunicazioni satellitari.
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Il Sole sta attraversando una fase di intensa attività, superando ogni aspettativa degli scienziati. In concomitanza con l’avvicinarsi del picco dell’attuale ciclo solare, la nostra stella sta mostrando segni di iperattività, con un numero di macchie solari sulla sua superficie che continua ad aumentare ben oltre le previsioni iniziali.

“È un ciclo che si sta dimostrando molto più attivo di quanto si pensasse quando è iniziato, nel 2019, ha sicuramente superato le aspettative”, afferma Mauro Messerotti, docente di Meteorologia spaziale all’Università di Trieste. Questa inaspettata intensificazione dell’attività solare sta mettendo in discussione le previsioni fatte all’inizio del ciclo e sta attirando l’attenzione della comunità scientifica internazionale.

Il picco di attività, inizialmente previsto per il 2025, potrebbe verificarsi già nel 2024, con un’intensità superiore alle attese. Le nuove stime indicano che l’attuale ciclo solare potrebbe culminare tra gennaio e ottobre 2024, con un numero di macchie solari compreso tra 137 e 173, ben al di sopra delle previsioni iniziali che parlavano di un massimo di 115 macchie.

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Questo aumento dell’attività solare non è solo un fenomeno astronomico interessante, ma potrebbe avere conseguenze tangibili sulla Terra. L’incremento delle macchie solari è spesso associato a un aumento di fenomeni come brillamenti solari ed espulsioni di massa coronale, che possono interferire con le tecnologie terrestri.

Gli esperti avvertono che questa intensificazione dell’attività solare potrebbe avere ripercussioni su:

  • Funzionamento dei satelliti
  • Reti elettriche
  • Sistemi di telecomunicazione
  • GPS e navigazione satellitare

Anche se l’intensità rimane sotto la media storica, gli scienziati sottolineano che anche turbolenze del meteo spaziale di entità contenuta potrebbero comunque influire significativamente sulle infrastrutture tecnologiche terrestri.

Di fronte a questa situazione, la comunità scientifica sta intensificando gli sforzi di monitoraggio e previsione. Il Centro di previsione del meteo spaziale (Swpc) dell’Agenzia statunitense per lo studio degli oceani e dell’atmosfera (Noaa) ha recentemente aggiornato i suoi modelli previsionali, utilizzando un nuovo sistema sperimentale che promette di rendere più accurate le previsioni dell’attività solare.

Questo aumento dell’attività solare offre anche opportunità uniche per gli scienziati di studiare più da vicino i meccanismi che regolano il ciclo solare e il funzionamento interno della nostra stella. Gli astronomi stanno utilizzando tecniche avanzate come l’eliosismologia per analizzare la struttura e la dinamica interna del Sole, cercando di comprendere meglio i processi che guidano questi cicli di attività.