Olanda – L’autorità olandese per la protezione dei dati personali (DPA) ha inflitto una sanzione record di 290 milioni di euro a Uber per gravi violazioni della normativa sulla privacy riguardante i dati dei suoi autisti. Si tratta della multa più alta mai comminata dall’autorità olandese per infrazioni legate alla protezione dei dati personali.
Secondo quanto emerso dalle indagini della DPA, Uber avrebbe trasferito dati sensibili dei suoi autisti europei negli Stati Uniti senza adottare adeguate misure di protezione. In particolare, l’azienda è accusata di:
- Aver trasferito illegalmente dati personali dei driver al di fuori dell’Unione Europea;
- Non aver fornito informazioni chiare e trasparenti sul trattamento dei dati;
- Aver ostacolato l’esercizio dei diritti di accesso ai propri dati da parte degli autisti;
La DPA ha rilevato che Uber non ha implementato sufficienti garanzie per proteggere i dati personali dei conducenti una volta trasferiti negli USA, esponendoli così a potenziali rischi.
Non è la prima volta che Uber finisce nel mirino delle autorità per questioni legate alla privacy. Già nel 2022 il Garante italiano aveva sanzionato l’azienda per 4,2 milioni di euro per irregolarità nel trattamento dei dati di circa 1,5 milioni di utenti.
Anche in Olanda Uber era stata multata per 10 milioni di euro all’inizio del 2024 per non aver fornito dettagli sufficienti sul trattamento dei dati degli autisti europei.
Oltre alla pesante sanzione economica, Uber dovrà:
- Cancellare tutti i dati trasferiti illegalmente negli USA;
- Implementare misure tecniche e organizzative adeguate per proteggere i dati personali;
- Fornire informazioni chiare e complete agli autisti sul trattamento dei loro dati;
L’azienda ha annunciato che farà ricorso contro la decisione dell’autorità olandese, ritenendo la sanzione sproporzionata.
Aleid Wolfsen, presidente della DPA olandese, ha dichiarato: “Uber ha messo in atto ogni sorta di ostacoli che impediscono ai driver di esercitare il loro diritto alla privacy e questo è proibito. Gli autisti hanno il diritto di sapere come Uber gestisce i propri dati personali. La trasparenza è una parte fondamentale della protezione dei dati personali”.
Questa nuova sanzione rappresenta un duro colpo per Uber, che dovrà rivedere radicalmente le proprie politiche sulla privacy se vorrà continuare ad operare nel mercato europeo nel rispetto delle normative vigenti.