Svezia, la vice primo ministro Ebba Busch: “Gli immigrati devono adattarsi ai nostri valori”

Il vice primo ministro svedese Ebba Busch lancia un duro monito alla comunità musulmana, chiedendo di adattarsi ai valori svedesi o lasciare il Paese.
Credit © Leonardo Panetta via X

Stoccolma, Svezia – Il vice primo ministro svedese Ebba Busch ha lanciato un controverso messaggio rivolto alla comunità musulmana presente nel Paese scandinavo. Secondo le sue dichiarazioni, l’Islam deve adattarsi ai valori svedesi e i musulmani che non si integrano dovrebbero lasciare la Svezia. Busch ha sottolineato che pratiche come i delitti d’onore, le decapitazioni, la lapidazione delle donne e l’applicazione della sharia non sono accettabili all’interno della società svedese.

“L’Islam deve adattarsi ai valori svedesi. I musulmani che non si integrano devono lasciare il Paese. I delitti d’onore, le decapitazioni, la lapidazione delle donne e la sharia non trovano posto qui”.

Queste affermazioni si inseriscono in un contesto di crescenti tensioni legate all’immigrazione in Svezia. Negli ultimi anni, il Paese ha accolto un numero significativo di immigrati e richiedenti asilo, con circa 100.000 arrivi annui. Attualmente, circa un quarto della popolazione svedese è di origine straniera. Tuttavia, l’integrazione di questi nuovi arrivati ha posto sfide significative per il modello sociale svedese.

Advertisement

La Svezia sta affrontando problematiche legate alla disoccupazione tra gli immigrati, con tassi che raggiungono il 16% rispetto al 6% dei cittadini di origine svedese. Inoltre, si sono verificati episodi di violenza e criminalità in alcune aree urbane ad alta concentrazione di immigrati, che hanno alimentato il dibattito pubblico sulla sicurezza e l’integrazione.

Ebba Busch, 37 anni, è una figura di spicco della politica svedese. Attualmente ricopre la carica di vice primo ministro e ministro per l’energia, le imprese e l’industria nel governo guidato da Ulf Kristersson, insediatosi nell’ottobre 2022. Busch è anche leader dei Democratici Cristiani dal 2015, un partito che negli ultimi anni ha adottato posizioni più rigide in materia di immigrazione e integrazione.

La carriera politica di Busch è stata caratterizzata da una rapida ascesa. Entrata nei Democratici Cristiani nel 2009, è diventata leader del partito nel 2015 all’età di soli 28 anni. Sotto la sua guida, il partito ha assunto posizioni più conservatrici su temi come l’immigrazione e la sicurezza.

Le dichiarazioni di Busch riflettono un cambiamento nella politica svedese sull’immigrazione. Tradizionalmente, la Svezia era nota per le sue generose politiche di asilo e accoglienza. Tuttavia, negli ultimi anni, il dibattito pubblico si è spostato verso posizioni più restrittive, con una crescente attenzione ai problemi di integrazione e alle sfide poste dall’immigrazione al sistema di welfare svedese.

Il governo di centro-destra di cui Busch fa parte ha promesso di attuare politiche più rigide in materia di immigrazione e integrazione. Queste includono la riduzione del numero di richiedenti asilo accolti e l’inasprimento dei requisiti per ottenere la cittadinanza svedese.

Le parole di Busch hanno riacceso il dibattito su come bilanciare i valori tradizionali svedesi di apertura e tolleranza con le sfide poste dall’integrazione di comunità culturalmente diverse. La Svezia si trova ora di fronte alla necessità di trovare un equilibrio tra il mantenimento della sua tradizione di accoglienza e la gestione delle tensioni sociali emerse negli ultimi anni.