Roma, Italia – Un’ombra inquietante si è abbattuta sul mondo del giornalismo italiano, scuotendo le redazioni e sollevando interrogativi etici sulla condotta professionale di due noti reporter. Nello Trocchia, giornalista del quotidiano Domani, e Sara Giudice, inviata del programma Piazzapulita su La7, sono stati accusati di violenza sessuale di gruppo ai danni di una collega.
La vicenda, emersa il 29 agosto 2024 grazie al quotidiano “La Verità”, ha immediatamente catturato l’attenzione dei media nazionali, gettando una luce sinistra su una coppia di professionisti dell’informazione stimati e rispettati nel loro ambiente. Secondo quanto riportato, l’episodio incriminato si sarebbe verificato a Roma, in circostanze ancora da chiarire completamente.
La presunta vittima, una giovane giornalista di cui non è stata rivelata l’identità, ha denunciato di essere stata drogata e palpeggiata in un taxi. La sua testimonianza descrive una serata che si è trasformata in un incubo, con dettagli che, se confermati, getterebbero un’ombra indelebile sulla reputazione dei due accusati.
Tuttavia, il caso ha preso una piega inaspettata quando la Procura di Roma ha richiesto l’archiviazione dell’indagine ma la presunta vittima, determinata a ottenere giustizia, si è opposta a questa richiesta, mantenendo viva la controversia legale.
In un’intervista rilasciata oggi, venerdì 30 agosto, al Fatto Quotidiano Sara Giudice ha offerto la sua versione dei fatti, descrivendo l’episodio come un “gioco” condiviso volentieri, aggiungendo dettagli che potrebbero gettare una nuova luce sulla vicenda. Queste dichiarazioni hanno ulteriormente complicato il quadro, sollevando interrogativi sulla natura consensuale o meno dell’interazione.
Il caso solleva questioni delicate sul comportamento etico dei giornalisti, sul confine tra vita privata e professionale, e sulla cultura del lavoro nelle redazioni italiane. La richiesta di archiviazione da parte della Procura suggerisce che le prove a sostegno dell’accusa potrebbero essere insufficienti, ma l’opposizione della presunta vittima mantiene aperta la possibilità di ulteriori sviluppi legali.