Peste suina, l’epidemia avanza in Lombardia: individuato l’allevamento zero

L’epidemia di peste suina africana in Lombardia ha raggiunto un punto critico con l’identificazione dell’allevamento zero a Vernate. Con circa 20 allevamenti contaminati, il settore suinicolo da 20 miliardi di euro è a rischio.
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Lombardia, Italia – L’epidemia di peste suina africana (PSA) in Lombardia ha raggiunto un punto di svolta con l’identificazione del cosiddetto “allevamento zero” a Vernate, in provincia di Milano. Questo allevamento è considerato il punto di origine dell’attuale ondata di contagi che sta mettendo in ginocchio il settore suinicolo lombardo.

La situazione si sta rivelando sempre più allarmante, con il numero di allevamenti contaminati che continua a crescere. Secondo le ultime stime, sarebbero circa una ventina gli allevamenti colpiti in Lombardia, distribuiti tra le province di Pavia, Milano e Lodi. Questi numeri rappresentano un significativo aumento rispetto ai dati precedenti, che al 29 agosto riportavano 17 focolai per un totale di 58.656 capi coinvolti.

La diffusione della PSA è stata attribuita a una serie di fattori critici. Mario Chiari, della direzione generale welfare di Regione Lombardia e sub commissario PSA, ha evidenziato come la sottovalutazione delle misure di biosicurezza e i gravi ritardi nella segnalazione dei primi casi abbiano contribuito all’espansione dell’epidemia. Un elemento chiave è stata l’alta presenza del virus nell’ambiente, rilevata a luglio durante le attività di abbattimento e ricerca di carcasse di cinghiali nel Parco del Ticino.

L’impatto economico di questa crisi sanitaria è potenzialmente devastante. Coldiretti ha lanciato l’allarme, sottolineando che l’intero settore suinicolo, del valore di oltre 20 miliardi di euro, è a rischio. Il comparto è uno dei pilastri del Made in Italy agroalimentare, con produzioni DOP uniche a livello mondiale, come i prosciutti di Parma e San Daniele, che hanno in Lombardia il loro principale bacino produttivo.

La gravità della situazione ha portato all’adozione di misure straordinarie. Il commissario per la PSA ha recentemente emesso un’ordinanza che, tra le varie disposizioni, vieta gli assembramenti di allevatori, costringendo molti eventi del settore a svolgersi in modalità remota.

Coldiretti ha richiesto interventi urgenti per sostenere le aziende colpite. Tra le proposte avanzate figurano il risarcimento alle scrofaie anche su fermo aziendale, il risarcimento agli allevamenti da ingrasso per il mancato accasamento, l’indennizzo per i danni indiretti e il sostegno alla filiera suinicola. L’organizzazione agricola sottolinea l’importanza di azioni tempestive per evitare che la PSA si diffonda ulteriormente, mettendo a rischio un comparto chiave dell’agroalimentare italiano.

La lotta alla PSA richiede anche un’intensificazione degli sforzi per il contenimento della fauna selvatica, in particolare dei cinghiali, considerati tra i principali vettori della malattia. Si stima che in Italia siano presenti circa 2,3 milioni di cinghiali, un numero che preoccupa sia per la diffusione della PSA sia per i danni alle colture e i rischi per la sicurezza stradale.