Roma, Fontana di Trevi solo su prenotazione e stop ai b&b in Centro

L’assessore al Turismo di Roma, Alessandro Onorato, propone una svolta epocale per la gestione dei flussi turistici nella Capitale: accesso alla Fontana di Trevi solo su prenotazione e niente b&b nel centro storico.
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Roma, Italia – In un’audace mossa volta a rivoluzionare il panorama turistico della Città Eterna, l’assessore al Turismo di Roma, Alessandro Onorato, ha recentemente avanzato una proposta che sta facendo discutere residenti, operatori del settore e visitatori: l’introduzione di un sistema di prenotazione obbligatoria per accedere alla celeberrima Fontana di Trevi, accompagnato da un biglietto dal costo simbolico di un euro, e una drastica riduzione dei bed and breakfast nel cuore pulsante della capitale.

La proposta, che mira a gestire in modo più efficace i flussi turistici e a preservare l’integrità del monumento barocco, prevede che i turisti debbano prenotare in anticipo la loro visita alla fontana, pagando una quota simbolica che, nelle intenzioni dell’assessore, servirebbe a finanziare la manutenzione e la conservazione di questo gioiello architettonico che ogni anno attira milioni di visitatori da tutto il mondo, desiderosi di lanciare una moneta nelle sue acque cristalline per assicurarsi, secondo la tradizione, un ritorno nella Città Eterna.

Tuttavia, l’assessore Onorato ha sottolineato che questa misura non si applicherebbe ai residenti romani, per i quali l’accesso alla fontana rimarrebbe gratuito e senza necessità di prenotazione, in un tentativo di bilanciare le esigenze del turismo con quelle della popolazione locale, che spesso si sente sopraffatta dall’enorme afflusso di visitatori che invadono quotidianamente le strade del centro storico.

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La proposta di Onorato non si limita alla sola Fontana di Trevi, ma si estende anche a una regolamentazione più stringente dei bed and breakfast nel centro storico di Roma, con l’obiettivo di ridurne drasticamente il numero e, di conseguenza, l’impatto sul tessuto urbano e sociale della città, in una mossa che potrebbe avere ripercussioni significative sul mercato immobiliare e sull’economia turistica della capitale.

Questa iniziativa si inserisce in un più ampio dibattito sulla gestione sostenibile del turismo nelle grandi città d’arte, un tema che sta diventando sempre più pressante in molte destinazioni europee alle prese con il fenomeno dell’overtourism, e riflette la crescente consapevolezza della necessità di trovare un equilibrio tra la valorizzazione del patrimonio culturale, le esigenze dell’industria turistica e la qualità della vita dei residenti.

Nonostante le buone intenzioni, la proposta ha sollevato non poche perplessità tra gli operatori del settore e i cittadini, che temono che queste misure possano scoraggiare i turisti e danneggiare l’economia locale, già duramente colpita dalla pandemia di COVID-19; altri, invece, vedono in questa iniziativa un passo necessario verso una gestione più sostenibile e rispettosa del patrimonio storico e culturale di Roma, in linea con le politiche adottate da altre grandi città turistiche europee.