Ciclone Boris, in Europa centrale gravi inondazioni ed evacuazioni: almeno 6 morti -VIDEO-

Il maltempo causato dal ciclone Boris sta flagellando l’Europa centrale e orientale con piogge torrenziali, inondazioni e nevicate eccezionali. La situazione più critica si registra in Romania, Polonia, Repubblica Ceca e Austria, con vittime, evacuazioni e ingenti danni.

Vienna, Austria – L’Europa centrale e orientale si trova attualmente nella morsa di un’ondata di maltempo eccezionale causata dal ciclone Boris, che sta provocando devastanti inondazioni, evacuazioni di massa e persino nevicate fuori stagione in diverse nazioni del continente. La situazione più critica si registra in Romania, dove le intense precipitazioni hanno causato la morte di almeno cinque persone e costretto sessanta residenti ad abbandonare le proprie abitazioni nella regione di Galati, dove l’acqua ha raggiunto livelli allarmanti fino a 170 centimetri. Le autorità locali hanno attivato un dispositivo di emergenza per monitorare costantemente l’evolversi della situazione, mentre diverse strade di accesso alla località risultano bloccate a causa degli allagamenti.

In Polonia, la gravità dell’emergenza ha portato all’evacuazione di due intere città, con centosessanta operatori al lavoro per mettere in sicurezza le zone colpite dalle alluvioni. Il sindaco di Jarnoltowek ha ordinato l’evacuazione immediata dei residenti, mentre gli abitanti di due villaggi vicini sul fiume Zloty Potok sono stati invitati a mettersi in salvo con urgenza, data la rapida evoluzione della situazione. Nella città slesiana di Opole, le autorità si stanno preparando a fronteggiare un’ondata di piena del fiume Oder, con previsioni che indicano un possibile innalzamento del livello dell’acqua fino a sei metri entro lunedì, ben al di sopra della norma di circa quattro metri.

La Repubblica Ceca non è stata risparmiata dalla furia del ciclone Boris, con sessantamila abitazioni rimaste senza elettricità, principalmente nelle regioni settentrionali del paese. Nella città di Opava, una parte consistente della popolazione è stata costretta all’evacuazione a causa dell’esondazione del fiume omonimo, mentre nella capitale Praga le autorità monitorano con apprensione il livello della Moldava, anche se al momento non sembrano esserci pericoli imminenti per la città. Il ministro dell’Agricoltura ceco, Marek Vyborny, responsabile della gestione delle acque, ha espresso cauto ottimismo riguardo alla situazione nella capitale, ma la vigilanza rimane alta.

In Austria, il maltempo ha colpito vaste aree del paese, lasciando quattromila abitazioni senza elettricità e generando un elevato rischio di inondazioni. Le raffiche di vento che si abbattono sul territorio nazionale destano particolare preoccupazione, tanto che oltre una dozzina di località sono state dichiarate zona di catastrofe. Nella regione del Waldviertel, situata a circa 120 chilometri a nord-ovest di Vienna, le autorità prevedono inondazioni di portata secolare, sottolineando come le prossime ore saranno cruciali per la protezione dalle alluvioni.

La situazione meteorologica rimane critica in tutta l’Europa centrale, con previsioni che indicano un possibile peggioramento fino a martedì, a causa del persistere del ciclone Boris. Le continue piogge stanno causando l’innalzamento dei livelli dei fiumi in diverse regioni, come nella Sassonia orientale, in Germania, dove è stato dichiarato un livello di allerta di 2,48 metri per il fiume Neisse a Zittau. Le autorità invitano i residenti a prendere precauzioni e a rimanere vigili, mentre i servizi di emergenza lavorano incessantemente per fronteggiare le criticità, come nel caso del ponte Carola parzialmente crollato.

L’eccezionalità di questo evento meteorologico è ulteriormente evidenziata dalle nevicate che si stanno verificando sulle Alpi in pieno settembre, un fenomeno che ha colto di sorpresa molti e che richiede l’utilizzo di pneumatici invernali e pale da neve in un periodo dell’anno solitamente caratterizzato da condizioni climatiche più miti. Questa ondata di maltempo senza precedenti sta mettendo a dura prova le infrastrutture e i sistemi di protezione civile dei paesi coinvolti, richiedendo uno sforzo coordinato a livello internazionale per far fronte all’emergenza e limitare i danni a persone e cose.