Libano, hacker israeliani fanno esplodere i cercapersone dei membri di Hezbollah -VIDEO-

Un attacco hacker attribuito a Israele ha fatto esplodere simultaneamente numerosi cercapersone di Hezbollah in Libano E Siria, causando più di mille feriti. Tra le vittime figura anche l’ambasciatore iraniano.

Un’ondata di panico e caos ha travolto il Libano meridionale quando, in quello che sembra essere stato un sofisticato attacco hacker attribuito a Israele, centinaia di cercapersone appartenenti a membri di Hezbollah sono esplosi simultaneamente. L’incidente, che ha causato oltre mille feriti, ha colpito in particolare la periferia sud di Beirut, nota come Dahieh, considerata la roccaforte dell’organizzazione sciita Hezbollah.

Le esplosioni dei dispositivi, conosciuti come “pager”, hanno provocato scene di terrore nelle strade di Beirut e in altre zone del Libano meridionale. Secondo le prime informazioni, tra i feriti figura anche l’ambasciatore iraniano in Libano, un dettaglio che aggiunge ulteriore peso diplomatico all’incidente e potrebbe portare a un’escalation delle tensioni nella regione.

Il bilancio delle vittime è drammatico: oltre mille persone sono rimaste ferite, di cui cinque in condizioni critiche. Le autorità libanesi hanno immediatamente disposto lo stato di allerta nella maggior parte degli ospedali del sud del paese e della valle della Bekaa, anticipando l’arrivo di un elevato numero di feriti. Inoltre, sono stati lanciati appelli urgenti alla popolazione affinché donasse sangue per far fronte all’emergenza.

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L’attacco hacker ha rappresentato una violazione senza precedenti dei sistemi di sicurezza di Hezbollah. Una fonte interna all’organizzazione, citata da media in lingua araba, ha definito l’incidente come “la più grande violazione dei dati di intelligence nella storia dell’organizzazione”. Questa ammissione sottolinea la gravità dell’attacco e mette in luce le vulnerabilità nei sistemi di comunicazione di uno dei gruppi più potenti e temuti della regione.

L’incidente solleva interrogativi sulla capacità di Israele di penetrare e manipolare i sistemi di comunicazione dei suoi avversari. Se confermato, questo attacco dimostrerebbe un notevole salto di qualità nelle capacità offensive cibernetiche israeliane, capaci non solo di intercettare comunicazioni, ma anche di causare danni fisici attraverso la manipolazione remota di dispositivi elettronici.

Il timing dell’attacco è particolarmente significativo, giungendo in un momento di crescenti tensioni tra Israele e Hezbollah. Poche ore prima dell’incidente, lo Shin Bet, il servizio di sicurezza interno israeliano, aveva rivelato che Hezbollah aveva recentemente tentato di assassinare un ex alto funzionario della difesa israeliana. Questo contesto di reciproche accuse e minacce rende l’attacco hacker ancora più incendiario, rischiando di innescare una spirale di ritorsioni.

In risposta all’escalation della situazione, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu sta conducendo una serie di riunioni ad alto livello con i capi delle forze di sicurezza. Fonti ufficiali hanno confermato lo svolgimento di questi incontri al Times of Israel, mentre il sito di notizie Ynet li ha descritti come “drammatici”. Queste consultazioni urgenti suggeriscono che Israele si stia preparando per possibili ripercussioni o ulteriori azioni.

Netanyahu ha anche annunciato un nuovo obiettivo nella guerra in corso contro Hamas: permettere ai cittadini israeliani sfollati dal nord a causa degli attacchi di Hezbollah di rientrare nelle loro case al confine con il Libano. “Il ritorno sicuro dei residenti del nord alle loro case” è stato aggiunto come obiettivo della guerra, secondo una nota dell’ufficio del primo ministro. Questa dichiarazione potrebbe essere interpretata come un segnale che Israele sta considerando azioni più decisive contro Hezbollah per garantire la sicurezza del suo confine settentrionale.

L’attacco hacker contro i cercapersone di Hezbollah rappresenta una significativa escalation nel conflitto latente tra Israele e l’organizzazione libanese. Non solo ha causato un elevato numero di vittime civili, ma ha anche dimostrato una vulnerabilità critica nei sistemi di comunicazione di Hezbollah. Le implicazioni di questo incidente potrebbero estendersi ben oltre il confine libanese-israeliano, influenzando gli equilibri di potere in tutta la regione e potenzialmente scatenando una nuova ondata di violenze.

Mentre la comunità internazionale osserva con preoccupazione, resta da vedere come Hezbollah risponderà a questa flagrante violazione della sua sicurezza. La presenza dell’ambasciatore iraniano tra i feriti aggiunge un’ulteriore dimensione diplomatica alla crisi, potenzialmente coinvolgendo l’Iran in modo più diretto nel conflitto. Le prossime ore e giorni saranno cruciali per determinare se questo incidente rimarrà un evento isolato o se segnerà l’inizio di una nuova fase di ostilità aperte tra Israele e Hezbollah.