Catania, Sicilia – Nel cuore della Sicilia, il maestoso Monte Etna ha nuovamente richiamato l’attenzione di vulcanologi e appassionati con una spettacolare ripresa dell’attività eruttiva. La sera del 23 settembre 2024, precisamente alle 21:00 UTC, le telecamere di sorveglianza hanno catturato l’inizio di una sequenza esplosiva intracraterica proveniente dal Cratere di Nord-Est, uno dei quattro crateri sommitali che caratterizzano l’attuale configurazione del vulcano più alto d’Europa.
L’evento, che si è manifestato con una serie di esplosioni di moderata entità, ha rapidamente catalizzato l’interesse degli esperti dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) di Catania. Le manifestazioni eruttive, seppur contenute all’interno dell’orlo del cono eruttivo, hanno prodotto lanci di materiale piroclastico, accompagnati da un persistente degassamento che ha contribuito a creare uno scenario tanto affascinante quanto degno di attento monitoraggio.
Dal punto di vista sismico, l’attività esplosiva ha generato un notevole incremento del tremore vulcanico, che ha raggiunto valori considerati alti dagli strumenti di rilevazione. Questo fenomeno, indicativo dell’intensità dei movimenti magmatici all’interno del condotto vulcanico, ha fornito preziose informazioni sulla dinamica dell’eruzione in corso. Le localizzazioni medie del tremore, analizzate dagli esperti dell’INGV, hanno rivelato una concentrazione dell’attività in corrispondenza del cratere Bocca Nuova, a un’altitudine di circa 3.000 metri sul livello del mare.
L’analisi infrasonica ha ulteriormente arricchito il quadro della situazione, evidenziando una predominanza degli eventi esplosivi localizzati nel cratere di Nord-Est, con una minore ma significativa attività registrata anche in corrispondenza del cratere di Sud-Est. Questa distribuzione dell’attività tra i diversi crateri sommitali sottolinea la complessità e la dinamicità del sistema magmatico dell’Etna, confermando la sua natura di vulcano poligenico in continua evoluzione.
La ripresa dell’attività esplosiva dell’Etna si inserisce in un contesto di frequenti variazioni morfologiche e di comportamento eruttivo che hanno caratterizzato la storia recente del vulcano. Negli ultimi decenni, infatti, l’Etna ha mostrato una tendenza verso un’attività sempre più esplosiva, con numerosi episodi di fontane di lava e parossismi che hanno modificato significativamente il paesaggio sommitale e la percezione del rischio vulcanico nell’area circostante.
Questa nuova fase eruttiva, seppur al momento contenuta e non rappresentante un pericolo immediato per le popolazioni che vivono alle pendici del vulcano, richiama l’attenzione sull’importanza di un monitoraggio costante e di una preparazione adeguata a gestire eventuali scenari di maggiore intensità. La convivenza millenaria tra l’uomo e l’Etna ha forgiato una cultura del rischio unica, ma la crescente complessità delle manifestazioni eruttive impone una continua evoluzione delle strategie di prevenzione e gestione delle emergenze.
In conclusione, l’attuale attività esplosiva del cratere di Nord-Est dell’Etna rappresenta un nuovo capitolo nella storia millenaria di questo straordinario vulcano. Mentre gli scienziati continuano a studiare e interpretare i dati raccolti, la popolazione siciliana e il mondo intero osservano con un misto di timore e meraviglia il risveglio di una delle forze più spettacolari e imprevedibili della natura. L’Etna, ancora una volta, ci ricorda la sua presenza imponente e il suo ruolo fondamentale nel plasmare non solo il paesaggio, ma anche la cultura e l’identità di un’intera regione.