Bari, Italia – Un’indagine della Procura di Bari ha portato alla luce uno scandalo di vaste proporzioni che coinvolge un ex dipendente di Intesa Sanpaolo, accusato di aver effettuato migliaia di accessi abusivi ai conti correnti di personalità di rilievo nel panorama politico, imprenditoriale e dello spettacolo italiano. Il bancario, un uomo di 52 anni originario di Bitonto e in servizio presso la filiale di Bisceglie, è stato licenziato dall’istituto di credito in seguito alla scoperta delle sue attività illecite.
L’inchiesta, che ha portato a perquisizioni e sequestri presso l’abitazione dell’ex funzionario, ha rivelato un quadro inquietante di violazione della privacy e potenziale compromissione di dati sensibili. Tra i nomi emersi nell’indagine figurano figure di primo piano della politica italiana, tra cui la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e sua sorella Arianna, i ministri Guido Crosetto e Daniela Santanchè, il Presidente del Senato Ignazio La Russa e il Governatore del Veneto Luca Zaia.
Non solo esponenti politici sono stati oggetto di questa attività di spionaggio finanziario. L’elenco dei soggetti i cui conti sono stati illegalmente consultati include anche nomi di spicco del mondo imprenditoriale e dello spettacolo. Tra questi, spiccano John e Lapo Elkann, Marina e Piersilvio Berlusconi, l’ex calciatore Francesco Totti, il conduttore televisivo Paolo Bonolis e il cantante Al Bano.
La gravità del caso è amplificata dal numero impressionante di accessi non autorizzati effettuati dall’ex dipendente bancario: oltre seimila in un arco temporale relativamente breve. Questo solleva serie preoccupazioni sulla sicurezza dei dati bancari e sulla facilità con cui un singolo individuo ha potuto accedere a informazioni finanziarie riservate di un così vasto numero di personalità influenti.
Le autorità competenti stanno ora analizzando il materiale sequestrato, che include smartphone, tablet e hard disk, nel tentativo di comprendere appieno la portata dell’attività illecita e le possibili motivazioni dietro questi accessi non autorizzati. L’indagine mira anche a determinare se le informazioni ottenute siano state utilizzate per scopi illeciti o se siano state condivise con terze parti.
Questo caso solleva interrogativi cruciali sulla sicurezza dei sistemi bancari e sulla protezione dei dati personali dei correntisti. Intesa Sanpaolo, da parte sua, ha prontamente reagito licenziando il dipendente coinvolto, ma resta da chiarire come sia stato possibile per un singolo funzionario accedere a una mole così vasta di informazioni riservate senza che i sistemi di sicurezza interni rilevassero tempestivamente l’anomalia.
L’inchiesta in corso potrebbe avere ripercussioni significative non solo sul piano giudiziario, ma anche su quello della fiducia dei cittadini nei confronti delle istituzioni bancarie. La vicenda evidenzia la necessità di rafforzare i protocolli di sicurezza e i sistemi di controllo interno degli istituti di credito, al fine di prevenire futuri episodi di accesso non autorizzato a dati sensibili di clienti di alto profilo e non solo.