Taranto, Puglia – La Squadra Mobile di Taranto ha posto fine alla latitanza di Fabio Lanza, un commercialista di 60 anni originario del capoluogo pugliese, noto alle cronache come il “prof fantasma” per le sue prolungate assenze dall’istituto scolastico in cui avrebbe dovuto insegnare. L’uomo, che avrebbe dovuto svolgere il ruolo di docente di diritto presso l’Istituto “Cerletti” di Conegliano, in provincia di Treviso, ha accumulato la straordinaria cifra di 550 giorni di assenza nel corso di tre anni scolastici.
Le autorità hanno rivelato che Lanza giustificava le sue ripetute assenze presentando certificati medici firmati da ben 14 diversi professionisti sanitari, una circostanza che ha destato non pochi sospetti tra gli investigatori. Tuttavia, la vicenda del “prof fantasma” si è rivelata essere solo la punta dell’iceberg di una situazione ben più complessa e grave dal punto di vista legale.
Emerge infatti che Fabio Lanza era ricercato dalla giustizia per reati ben più gravi della semplice assenteismo sul luogo di lavoro. L’uomo deve infatti scontare una condanna a oltre sette anni di reclusione per i reati di peculato e truffa aggravata. Questi illeciti sarebbero stati commessi nell’ambito della sua attività professionale di commercialista, parallela a quella di insegnante.
L’arresto di Lanza getta una luce inquietante sul sistema di controllo e verifica all’interno delle istituzioni scolastiche, sollevando interrogativi su come sia stato possibile per un individuo ricercato dalla giustizia mantenere un incarico di insegnamento per così lungo tempo, pur non presentandosi praticamente mai al lavoro. La vicenda solleva inoltre questioni etiche riguardo alla condotta professionale di chi è chiamato a formare le nuove generazioni.
Le autorità competenti dovranno ora fare chiarezza su tutti gli aspetti di questa intricata vicenda, che si configura come un caso emblematico di malcostume e di elusione delle responsabilità professionali e civili. Nel frattempo, Fabio Lanza si trova ora a dover affrontare le conseguenze delle sue azioni, con una lunga pena detentiva da scontare che pone fine alla sua carriera di “prof fantasma” e di professionista della contabilità.