Italia – Come vi abbiamo già anticipato all’inizio della settimana l’atmosfera sul territorio italiano si appresta a subire un radicale cambiamento in concomitanza con il Ponte di Ognissanti, quando una massa d’aria di origine artica farà il suo ingresso sulla penisola, determinando un repentino abbassamento delle temperature e condizioni meteorologiche tipicamente invernali. Questo evento meteorologico di notevole portata trova la sua genesi nei complessi movimenti atmosferici a scala emisferica che si stanno delineando in questi giorni: l’alta pressione delle Azzorre, in una manovra inusuale, si sta spostando verso latitudini settentrionali, spingendosi fino all’Islanda, e innescando di conseguenza un flusso di correnti fredde che, originate direttamente dalla regione artica, si dirigeranno verso sud attraversando l’Europa centrale per poi puntare decisamente verso il Mediterraneo e l’Italia.
La traiettoria di questa irruzione di aria fredda, secondo le più recenti proiezioni dei modelli meteorologici, dovrebbe seguire un percorso più occidentale del previsto, con l’ingresso sul territorio italiano che avverrebbe attraverso la cosiddetta “Porta del Rodano”, per poi diffondersi rapidamente su tutto il bacino del Mediterraneo. Questa configurazione barica favorirà lo sviluppo di una profonda depressione sui mari italiani, dando vita a un vero e proprio ciclone mediterraneo che potrebbe caratterizzare in modo significativo le condizioni meteorologiche durante il Ponte di Ognissanti.
Le conseguenze di questa situazione meteorologica si preannunciano particolarmente rilevanti: il periodo compreso tra l’1 e il 3 novembre potrebbe essere contraddistinto da condizioni di spiccata instabilità atmosferica, con un crollo verticale delle temperature che potrebbero scendere al di sotto delle medie climatiche di riferimento per il periodo, segnando di fatto l’arrivo del primo vero freddo della stagione autunnale. Non si esclude, inoltre, la possibilità di una nuova ondata di maltempo caratterizzata da precipitazioni intense e potenzialmente pericolose, con il rischio concreto di fenomeni meteorologici estremi come nubifragi localizzati.
Un aspetto particolarmente degno di nota di questa configurazione meteorologica è la possibilità di nevicate a quote insolitamente basse per il periodo, sia sulle Alpi che sugli Appennini. Questo fenomeno, se confermato, rappresenterebbe un’anomalia significativa per la prima decade di novembre e potrebbe avere ripercussioni non trascurabili sulle attività umane e sull’ambiente naturale delle aree montane e pedemontane.