Smog, Allerta in Lombardia: superati i limiti di PM10 in diverse città

Milano, Monza, Brescia e Cremona hanno superato il limite annuale di 35 giorni di sforamento dei livelli di PM10. Le principali cause sono il traffico veicolare, il riscaldamento e le emissioni agricole. Nonostante ciò, l’ARPA rileva un trend di miglioramento rispetto agli anni passati.
Credit © NewsGroup

Brescia, Lombardia – L’inquinamento atmosferico torna a far parlare di sé in Lombardia, con diverse città che hanno già superato il limite annuale di 35 giorni di sforamento dei livelli di particolato fine PM10 fissato dalla normativa europea. Milano ha raggiunto il 36° giorno di superamento della soglia di 50 microgrammi per metro cubo, con la centralina di viale Marche che ha registrato un picco di 69 microgrammi.

Anche altre importanti città lombarde si trovano in una situazione critica: Monza ha superato la soglia dei 36 giorni, mentre Brescia e Cremona sono già fuori legge con rispettivamente 41 e 37 giorni di sforamento. Questi dati destano preoccupazione tra gli esperti e gli ambientalisti, che sottolineano la necessità di interventi più incisivi per migliorare la qualità dell’aria nella regione.

Le cause principali di questo inquinamento sono molteplici e ben note. Il traffico veicolare, in particolare i motori diesel, gioca un ruolo predominante, soprattutto nelle aree urbane ad alta densità. A questo si aggiungono le emissioni dovute al riscaldamento domestico, con particolare attenzione all’utilizzo di combustibili fossili e biomasse. Non va sottovalutato nemmeno il contributo del settore agricolo, con le emissioni di ammoniaca derivanti dallo spandimento di liquami e letami nei campi.

Nonostante il quadro sembri allarmante, l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente (ARPA) Lombardia offre una prospettiva più ottimistica. Guido Lanzani, responsabile della qualità dell’aria per ARPA, ha evidenziato che il superamento dei limiti è avvenuto più tardi rispetto agli anni passati, ad eccezione del 2023. Questo ritardo nel raggiungimento della soglia critica viene interpretato come un segnale di un trend in progressivo miglioramento della qualità dell’aria nella regione.

Tuttavia, gli ambientalisti, tra cui Legambiente, insistono sulla necessità di adottare misure più stringenti e di modificare le abitudini dei cittadini. Tra le proposte avanzate vi è quella di anticipare le limitazioni alla circolazione dei veicoli più inquinanti, una misura che potrebbe contribuire a ridurre le emissioni nelle aree urbane più colpite.

La Regione Lombardia, dal canto suo, ha annunciato attraverso l’assessore all’Ambiente e Clima, Giorgio Maione, un investimento di 30 milioni di euro per il rinnovamento degli impianti di riscaldamento e dei veicoli circolanti. Questo si inserisce in un piano più ampio che ha visto, negli ultimi cinque anni, investimenti complessivi legati alla sostenibilità ambientale per un totale di 19 miliardi di euro.

Le misure temporanee di primo livello sono state attivate in nove province lombarde, tra cui Milano, Monza, Como, Bergamo, Brescia, Mantova, Cremona, Lodi e Pavia. Queste includono limitazioni alla circolazione per i veicoli più inquinanti, divieti di combustione all’aperto e restrizioni sull’uso di generatori a biomassa per il riscaldamento domestico.

Nonostante gli sforzi e i miglioramenti registrati negli ultimi due decenni, con una riduzione del 39% delle concentrazioni di PM10 e del 45% di quelle di NO2, la sfida per una qualità dell’aria accettabile in Lombardia rimane aperta. La complessità del problema richiede un approccio integrato che coinvolga istituzioni, imprese e cittadini in un impegno comune per la tutela dell’ambiente e della salute pubblica.