Il 22 marzo 2024, un attacco armato ha scosso la capitale russa, Mosca, causando una strage nella sala concerti Crocus City Hall, con un bilancio tragico di almeno 40 morti e oltre 100 feriti. L’ISIS ha prontamente rivendicato la responsabilità dell’attentato, affermando che i suoi combattenti hanno attaccato un grande raduno alla periferia di Mosca.
Questo attacco segue un avvertimento specifico da parte degli Stati Uniti, che due settimane prima dell’attentato avevano segnalato il rischio di possibili attacchi terroristici in luoghi affollati della capitale russa, inclusi concerti. L’ambasciata americana a Mosca aveva diffuso un’allerta, consigliando di evitare grandi raduni. Nonostante ciò, il presidente russo Vladimir Putin aveva respinto l’avvertimento, definendolo un “esplicito ricatto da parte dell’Occidente per tentare di destabilizzare la nostra società”.
L’attacco ha riacceso le tensioni tra Mosca e Kiev, con scambi di accuse e smentite riguardo alla responsabilità dell’attentato. I leader ucraini hanno negato qualsiasi coinvolgimento, mentre i servizi segreti di Kiev hanno ipotizzato un’azione sotto falsa bandiera da parte della Russia. Tuttavia, le autorità ucraine hanno categoricamente escluso qualsiasi coinvolgimento nell’attacco, sottolineando che l’Ucraina non utilizza strategie di guerra terroristiche.
La comunità internazionale ha espresso la propria condanna e solidarietà nei confronti delle vittime dell’attacco. Il presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, e la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, hanno condannato fermamente l’atto terroristico, esprimendo solidarietà alle persone colpite e ai familiari delle vittime. Anche l’Unione Europea e gli Stati Uniti hanno condannato l’attacco, sottolineando la necessità di combattere ogni forma di terrorismo.