La decisione dell’istituto comprensivo Iqbal Masih di Pioltello, nel milanese, di chiudere le sue porte in occasione della fine del Ramadan il 10 aprile 2024, ha scatenato un acceso dibattito che va ben oltre i confini della cittadina. Questa scelta, presa all’unanimità dal Consiglio di Istituto nel maggio 2023, si fonda sulla presenza significativa di studenti di fede islamica, che rappresentano il 40% del corpo studentesco.
Sebbene alcuni possano interpretare questo gesto come un esempio di inclusione e rispetto per la diversità culturale e religiosa, non mancano voci critiche che sollevano preoccupazioni legittime riguardo alle implicazioni di tale decisione.In primo luogo, è fondamentale interrogarsi sulla compatibilità di questa scelta con i principi di laicità che dovrebbero regolare il sistema educativo pubblico. La scuola, in quanto istituzione statale, ha il dovere di rimanere neutrale di fronte alle diverse confessioni religiose, garantendo un ambiente inclusivo e privo di discriminazioni.
La decisione di chiudere per una festività religiosa specifica, tuttavia, sembra contraddire questo principio, privilegiando una comunità religiosa rispetto ad altre e, potenzialmente, introducendo un precedente problematico.Inoltre, la scelta dell’istituto di Pioltello solleva interrogativi sulla coesione sociale e sull’integrazione. L’Italia è un paese caratterizzato da una ricca diversità culturale e religiosa, e la scuola gioca un ruolo cruciale nel promuovere il dialogo e la comprensione reciproca tra studenti di differenti background. Celebrare la fine del Ramadan chiudendo l’istituto potrebbe essere interpretato come un segnale di segregazione, anziché di integrazione, alimentando divisioni anziché costruire ponti.
La reazione del Ministro dell’Istruzione, che ha chiesto verifiche sulle motivazioni didattiche che hanno portato a questa decisione e sulla loro compatibilità con l’ordinamento, evidenzia ulteriormente la necessità di un’attenta riflessione sulle implicazioni di tali scelte
“Ovviamente le scuole non possono stabilire nuove festività in modo diretto o indiretto. “Il mio obiettivo è far rispettare la legge, la legalità, le regole. Il calendario scolastico lo definisce Regione Lombardia. Le scuole possono derogare per esigenze comprovate legate al piano dell’offerta formativa”
È essenziale garantire che ogni decisione presa nel contesto scolastico sia guidata da considerazioni pedagogiche e dal rispetto dei principi di equità e laicità.Infine, non si può ignorare il rischio che decisioni come quella presa a Pioltello possano essere percepite come un cedimento alle pressioni di specifiche comunità religiose, minando l’autorità dello Stato e la sua capacità di garantire un’istruzione equa e imparziale a tutti gli studenti, indipendentemente dalla loro fede.
Mentre l’intenzione di promuovere l’inclusione e il rispetto per la diversità è lodevole, è fondamentale che tali valori siano perseguiti nel rispetto dei principi di laicità e coesione sociale che stanno alla base del sistema educativo e della società italiana nel suo insieme. La decisione di chiudere una scuola per la fine del Ramadan a Pioltello rappresenta un precedente controverso, che merita una riflessione approfondita sulle modalità più appropriate per conciliare diversità culturale e religiosa con i valori fondamentali di un’istruzione pubblica laica e inclusiva.