“Abbiamo vissuto un’epoca nella quale alla protezione civile era richiesto di fare cose ordinarie con poteri straordinari sia negli strumenti normativi che finanziari. Poi nel pendolo tipicamente italico siamo passati a fare cose straordinarie con mezzi ordinari e soprattutto con quella frase di stile ad invarianza di spesa“.
Queste le parole del capo della Protezione civile, Franco Gabrielli, parlando a L’Aquila dopo la firma del protocollo d’intesa tra l’Enel e e il suo Dipartimento per la prevenzione e la gestione delle emergenze. “Io personalmente ho avuto quattro presidenti del Consiglio e cinque interventi normativi, quasi da accanimento terapeutico. Oggi credo che ci sia bisogno di mettere un punto, fare un po’ pace con noi stessi, chiarirci su che cosa vogliamo dal sistema di protezione civile, di definire gli orizzonti.
La cosa più avvilente che mi e’ data di vivere e’ quella di andare nei territori all’esito di una vicenda calamitosa e di non saper dire ai cittadini quello che li aspetterà. Credo sia una cosa immorale perche’ che le condizioni della finanza pubblica non consentano quanto fatto in passato e’ noto, ma l’importante e’ dirlo.
Oggi vado nei territori che possano essere marchigiani, liguri, calabresi, campani, pugliesi, lucani e se un cittadino che paga le tasse ed e’ rispettoso della legge fa la domanda all’esito di tutto questo qual e’ l’aiuto che lo Stato da’ alla mia condizione di disagio?. Oggi io dico non lo so“.
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