L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) è sempre più preoccupata ed in allerta. L’epidemia di Ebola ha ucciso 543 in Guinea, Liberia e Sierra Leone, portando il numero totale di contagi dallo scoppio dell’epidemia a 891, di cui 543 mortali. All’inizio di questa sua nuova apparizione era solo Guinea. Poi la lenta, ma al momento inarrestabile, diffusione. Medici senza frontiere (Msf) era già al limite delle forze all’inizio di luglio. Sta per alzare bandiera bianca, mentre il mondo guarda. Tenere l’epidemia sotto controllo richiederebbe un massiccio dispiegamento di risorse da parte dei governi dell’Africa occidentale e delle organizzazioni umanitarie. Ma cosi non è. Anche se negli aeroporti francesi resta l’allerta rosso.
Per l’Italia il pericolo viene dal mare
Chi sopravvive al viaggio sulle carrette del mare potrebbe essere già infettato (la comparsa dei sintomi è lunga a venire e, all’inizio, i segnali sembrano quelli della malaria), veicolando Ebola verso altri lidi. Medici senza frontiere avverte di aver raggiunto il limite della capacità di azione delle proprie équipe. Bart Janssens, direttore delle operazioni in area Ebola per Msf, torna ad avvertire: «Con la comparsa di nuovi focolai in Guinea, Sierra Leone e Liberia c’è il reale rischio che l’epidemia si diffonda in altre aree». Il problema è creare aree di isolamento efficaci dove trasferire contagiati da zone rurali difficilmente raggiungibili.
Con Ebola non si scherza! Il virus può uccidere fino al 90% di chi viene colpito.