È nata a Stoccolma la prima scuola materna senza genere, in nome della parità dei sessi e della valorizzazione delle inclinazioni dell’individuo. Ad Egalia, che significa uguaglianza, gli insegnanti non usano i pronomi “lui” e “lei”, ma il neutro, “hen”. Parola che in Svezia non esiste, ripescata per l’occasione dal vocabolario delle femministe degli anni 70.
Fanno parte del percorso pedagogico le “Emotion Dolls”, bambole senza sesso, ma con sentimenti. E si può scegliere di giocare con la versione triste o quella felice. Ogni riferimento al genere sessuale va evitato. Per questo Biancaneve e Cenerentola non vengono più citate, hanno lasciato spazio alla storia di due giraffe, maschi, che vogliono un figlio e finiscono per adottare un uovo di coccodrillo: l’obiettivo è che i bambini seguano spontaneamente le loro inclinazioni senza cadere nello stereotipo tipico: i maschietti a combattere con pistole giocattolo e le bambine in cucina.
“La società si aspetta che le ragazze debbano essere simpatiche e carine e che i ragazzi siano tutti virili e poco sensibili“, ha spiegato un’insegnante dell’Egalia. “Noi diamo loro una fantastica opportunità: quella di essere chi vogliono essere“.
I mattoncini del Lego si trovano a fianco delle bambole, il rosa e l’azzurro sono rigorosamente vietati. Fin dall’apertura, la scuola non ha saputo far fronte all’enorme numero di richieste di iscrizione. La missione è quella di eliminare ogni discriminazione sociale, ma l’eccessiva rigidità ha suscitato in Svezia non poche polemiche.