Il premier francese Gabriel Attal ha risposto alle vibranti proteste degli agricoltori del paese annunciando “10 misure immediate” volte a soddisfare le richieste dei manifestanti e a far sì che i trattori lascino le città. Queste misure sono state presentate come un tentativo di semplificare drasticamente le norme non chiare e di porre fine all’aumento del gasolio non stradale destinato all’agricoltura. Inoltre, il governo ha dichiarato l’intenzione di avviare un mese intero dedicato alla semplificazione amministrativa.
Il governo francese intende rafforzare le norme a tutela del reddito degli agricoltori, prevedendo tre sanzioni pesanti per le aziende che violano tali leggi. L’obiettivo è di far rispettare le normative senza eccezioni e di esercitare una “pressione massima” sui negoziati in corso tra tutti i soggetti coinvolti. Inoltre, la Francia ha chiaramente espresso il suo rifiuto nei confronti della firma dell’accordo commerciale Ue-Mercosur.
Parallelamente, è stato annunciato un “aiuto d’urgenza” di 50 milioni di euro per sostenere la filiera bio, riaffermando così l’impegno del governo nei confronti di un’agricoltura sostenibile e biologica.
L’annuncio delle misure ha già iniziato a produrre effetti positivi sul fronte delle proteste. I manifestanti hanno cominciato a rimuovere i blocchi stradali creati con i trattori nelle diverse città francesi, seguendo l’indicazione ufficiale di ritornare alle proprie attività.
Inoltre, il premier Attal ha sottolineato l’intenzione del governo di porre maggiore attenzione sui controlli e sul rispetto delle leggi a tutela degli agricoltori, mostrando così una ferma determinazione a ristabilire un clima di fiducia e collaborazione tra le istituzioni e il settore agricolo.
Queste misure, associate alla promessa di semplificare l’amministrazione e rafforzare il sostegno alla filiera biologica, rappresentano una risposta concreta del governo francese alle esigenze e alle preoccupazioni sollevate dai coltivatori, gettando le basi per un dialogo costruttivo e per un futuro più stabile per l’agricoltura nel paese.