Centinaia di agricoltori hanno manifestato a Bruxelles circondando l’area del quartiere europeo con trattori e filo spinato. Questo atto di protesta avviene in un momento in cui l’Europa si prepara per un vertice segnato dal veto di Viktor Orban sull’invio di aiuti all’Ucraina. La rivolta dei gilet verdi si sta diffondendo in tutta Europa, con richieste comuni di “redditi più alti, resistenza al Green Deal e protezione dagli eventi climatici estremi e dalla concorrenza estera.”
Bruxelles ha proposto tutele sulle importazioni di derrate alimentari dall’Ucraina e un nuovo stop all’obbligo di mettere a maggese il 4% dei terreni per accedere ai fondi Pac, nonostante le manifestazioni continuino.
Gli agricoltori stanno chiedendo salvaguardie rafforzate per proteggere il mercato europeo da prodotti con standard dubbi e prezzi più bassi. Come risposta, Bruxelles ha proposto di rinnovare le agevolazioni agricole e commerciali concesse all’Ucraina, combinandole con salvaguardie rafforzate richieste dagli agricoltori di alcuni paesi europei.
La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha sottolineato l’importanza degli agricoltori per la sicurezza alimentare dell’UE e ha annunciato che il dialogo politico con il settore e i governi dovrà “continuare”.
Il vertice Ue sarà il luogo in cui si affronteranno le revisioni del bilancio Ue 2021-2027, inclusa la Pac. La Francia sta insistendo nel voler bloccare l’accordo di libero scambio con i Paesi sudamericani, e la tensione è destinata a crescere. La situazione è tesa e i negoziati sono destinati a essere fitti di discussioni e conflitti. La necessità di trovare un terreno comune e di soddisfare le richieste e le preoccupazioni sia degli agricoltori che dei decisori politici diventa sempre più pressante.
La manifestazione dei coltivatori a Bruxelles non è un evento isolato; è parte di un movimento più ampio che si sta espandendo in tutta Europa. Le richieste di redditi più alti, la resistenza al Green Deal e la protezione dagli eventi climatici estremi e dalla concorrenza estera sono diventate una sorta di mantra per i manifestanti. Questo movimento riflette le preoccupazioni profonde e diffuse tra gli agricoltori europei, che desiderano essere ascoltati e adeguatamente protetti nel contesto delle politiche agricole e commerciali dell’UE.
La proposta di Bruxelles di tutele sulle importazioni di derrate alimentari dall’Ucraina e l’ulteriore stop all’obbligo di mettere a maggese il 4% dei terreni per accedere ai fondi Pac mostra un tentativo di rispondere alle richieste degli agricoltori. Tuttavia, la persistenza delle manifestazioni indica che c’è ancora molta insoddisfazione e preoccupazione riguardo alla protezione del mercato europeo da prodotti con standard dubbi e prezzi più bassi. La proposta di rinnovare le agevolazioni agricole e commerciali concesse all’Ucraina, combinandole con salvaguardie rafforzate richieste dagli agricoltori di alcuni paesi europei, è un passo che cerca di bilanciare le esigenze degli agricoltori con le pratiche commerciali e diplomatiche dell’UE.
Il ruolo degli agricoltori per la sicurezza alimentare dell’UE è stato sottolineato dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, che ha riconosciuto l’importanza del dialogo politico continuo con il settore e i governi. Questo riconoscimento è fondamentale nell’indicare che le preoccupazioni degli agricoltori sono ascoltate e prese sul serio a livello decisionale.
Il vertice dell’UE, in programma per affrontare le revisioni del bilancio Ue 2021-2027, inclusa la Pac, è destinato a essere un’arena di negoziati e dibattiti accesi. La Francia, ad esempio, sta mostrando una forte determinazione nel bloccare l’accordo di libero scambio con i Paesi sudamericani, aggiungendo ulteriore tensione a un contesto già complesso. La necessità di trovare un equilibrio tra le esigenze dei diversi paesi membri e le preoccupazioni degli agricoltori è una sfida che richiede un’attenzione particolare e un approccio olistico.