Un recente studio pubblicato sulla rivista Nature Geoscience ha rivelato la prima prova diretta di un rapido scioglimento avvenuto circa 8.000 anni fa, durante la fine dell’ultima era glaciale, nella calotta glaciale dell’Antartide. L’indagine è stata condotta da ricercatori dell’Università di Cambridge e del British Antarctic Survey, che hanno analizzato una carota di ghiaccio lunga 651 metri prelevata nel 2019 dallo Skytrain Ice Rise.
Utilizzando isotopi dell’acqua e bolle d’aria intrappolate nel ghiaccio, gli scienziati sono riusciti a ricostruire la storia del rapido scioglimento. I risultati hanno rivelato che la calotta di ghiaccio si è assottigliata di 450 metri in soli 200 anni, dimostrando la velocità straordinaria con cui questo evento si è verificato. Ciò solleva preoccupazioni riguardo alla possibilità che un simile scioglimento possa ripetersi in futuro a causa dell’attuale aumento globale delle temperature, ma con un ritmo ancora più accelerato.
Eric Wolff, del dipartimento di Scienze della Terra di Cambridge, ha espresso il suo stupore affermando: “Ora abbiamo prove dirette che questa calotta glaciale ha subito una rapida perdita di ghiaccio in passato”. Questa scoperta è particolarmente inquietante considerando che l’aumento attuale delle temperature è molto più rapido di quello registrato 8000 anni fa, suscitando preoccupazione riguardo alla stabilità delle calotte glaciali dell’Antartide e al potenziale impatto sul livello del mare.
Questa nuova evidenza scientifica fornisce un’importante prospettiva sulle dinamiche del cambiamento climatico, evidenziando la necessità di comprendere appieno le implicazioni di tali scoperte. Il ritmo accelerato dello scioglimento dei ghiacci potrebbe avere conseguenze significative sul livello del mare e sull’equilibrio ambientale globale, sottolineando l’urgenza di misure per affrontare il cambiamento climatico e ridurre le emissioni di gas serra.