Un recente studio pubblicato su Nature Aging ha svelato che il danneggiamento delle sottili membrane delle cellule potrebbe essere un determinante nell’invecchiamento cellulare, aprendo la strada a nuove ricerche sull’estensione della durata della vita umana. L’Istituto giapponese di Scienza e Tecnologia di Okinawa (Oist) ha condotto la ricerca, scoprendo che il danneggiamento di media entità della membrana cellulare può portare le cellule a diventare senescenti invece di riparare il danno o subire la morte cellulare.
Le membrane cellulari, sottili barriere che circondano le cellule del corpo umano, sono vulnerabili ai danni derivanti dalle normali attività fisiologiche. Sebbene le cellule dispongano di meccanismi di riparazione per affrontare questa problematica, il nuovo studio ha evidenziato che il danneggiamento della membrana può influenzare significativamente il destino delle cellule.
La coordinatrice della ricerca, Keiko Kono, ha espresso la sorpresa del team di ricerca riguardo alla scoperta: “Inaspettatamente, abbiamo scoperto che il danno alla membrana cellulare può cambiare il destino delle cellule”. Il danneggiamento di media entità sembra essere in grado di far invecchiare precocemente le cellule, coinvolgendo l’afflusso di atomi di calcio e il gene p53.
I dati ottenuti suggeriscono che il danneggiamento della membrana cellulare potrebbe spiegare l’origine delle cellule senescenti nel corpo umano, soprattutto in prossimità dei tessuti danneggiati. Questa nuova scoperta potrebbe avere implicazioni significative per la comprensione dell’invecchiamento cellulare e per lo sviluppo di strategie atte a contrastarlo.