Il ministero russo per le Situazioni di emergenza ha confermato che l’attacco terroristico avvenuto venerdì sera al Crocus City Hall di Mosca ha lasciato un tragico bilancio di 133 morti e 152 feriti. In risposta a questo devastante evento, il presidente russo Vladimir Putin ha proclamato una giornata di lutto nazionale, segnata da bandiere a mezz’asta e la cancellazione di eventi di intrattenimento e sportivi in tutto il paese.
Le autorità hanno completato le operazioni di soccorso e hanno arrestato 11 persone sospettate di essere coinvolte nell’attacco, tra cui i quattro che hanno aperto il fuoco sulla folla nella sala concerti. Nessuno degli arrestati è di nazionalità russa, con la maggior parte proveniente dalle repubbliche dell’Asia centrale. Il sedicente Stato Islamico ha rivendicato la responsabilità dell’attacco, e le immagini dei quattro attentatori sono state diffuse da questa organizzazione criminale.
Nonostante la rivendicazione dell’Isis, gli Stati Uniti hanno dato credito a questa affermazione, considerando l’attacco potenzialmente organizzato dall’Isis-K, una branca dell’organizzazione con sede in Afghanistan. Tuttavia, gli investigatori russi sostengono che gli aggressori “hanno legami con l’Ucraina”. Il presidente Putin, nel suo messaggio alla nazione, ha parlato di presunti collegamenti con l’Ucraina, affermando che i terroristi avevano una “finestra” con Kiev. Le autorità ucraine hanno negato con forza ogni possibile legame con l’attacco, con il presidente ucraino Volodymir Zelensky che si è detto sconvolto dalle accuse.
La comunità internazionale ha reagito con condoglianze e solidarietà verso la Russia, mentre in molte città europee, tra cui Roma e Madrid, i cittadini hanno allestito memoriali davanti alle ambasciate russe. Questo tragico evento ha riacceso le tensioni geopolitiche e sollevato interrogativi sulla sicurezza internazionale, con un focus particolare sulle dinamiche tra Russia e Ucraina in un contesto già complesso.