Scuola di Soresina, niente interrogazioni ai musulmani nel periodo del Ramadan

Fa discutere la decisione di una dirigente scolasti della scuola di Soresina (Cremona) di vietare gite scolastiche, merendine e di interrogare alunni musulmani durante il Ramadam.

La decisione presa dall’istituto comprensivo Bertesi di Soresina, in provincia di Cremona, di vietare merende in classe, gite e di non interrogare alunni musulmani durante il periodo del Ramadan ha scatenato un acceso dibattito e sollevato una serie di critiche. La circolare, intitolata “Informazioni sul Ramadan e linee guida per il personale docente”, è stata interpretata da alcuni come un eccesso di zelo e un’inclinazione verso un trattamento di favore nei confronti degli studenti di fede islamica.

La dirigente scolastica ha difeso la circolare come un tentativo di promuovere un ambiente inclusivo e rispettoso all’interno della scuola, dove una significativa percentuale dell’utenza è straniera e in maggioranza di fede islamica. Tuttavia, la decisione è stata criticata da alcuni genitori e politici, in particolare dai consiglieri comunali della Lega, che hanno espresso la loro contrarietà, ritenendo la circolare inaccettabile e un segno di sudditanza culturale.

La questione solleva interrogativi fondamentali sul ruolo dell’istruzione pubblica e sulla laicità dello Stato, che dovrebbe garantire un’istruzione equa e libera da influenze religiose. La scuola, in quanto istituzione laica, dovrebbe essere un luogo dove l’educazione e l’apprendimento sono prioritari e dove le pratiche religiose non dovrebbero influenzare l’organizzazione e la gestione delle attività didattiche.

Inoltre, la decisione di adattare il calendario scolastico e le attività didattiche alle pratiche religiose di una parte degli studenti potrebbe essere vista come una discriminazione nei confronti di coloro che non osservano il Ramadan, creando una divisione tra gli studenti e potenzialmente minando il principio di uguaglianza che dovrebbe essere alla base del sistema educativo.

La polemica di Soresina si inserisce in un contesto più ampio di dibattito sull’integrazione e il rispetto delle diversità culturali e religiose all’interno delle istituzioni pubbliche italiane. Mentre è importante riconoscere e rispettare le diverse identità culturali e religiose, è altrettanto cruciale assicurare che tali riconoscimenti non compromettano i principi di equità e coesione sociale che sono fondamentali per il funzionamento di una società democratica.

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