Il 2023 è stato celebrato come l’anno record per la qualità dell’aria in Lombardia, con una significativa riduzione dei livelli di inquinanti come PM2,5 e PM10, e un miglioramento generale delle emissioni di biossido di azoto. Questi risultati positivi sono stati evidenziati da Arpa Lombardia, che ha rilevato il rispetto dei limiti di PM2,5 in tutte le stazioni di rilevazione e una situazione regolare per il PM10, a eccezione di due anni dal 2014.
In particolare, Milano ha mostrato miglioramenti, nonostante abbia superato i livelli di PM10 consentiti per 49 giorni, un numero significativamente inferiore rispetto al passato. L’aria peggiore si è registrata, nell’ordine, a Monza, Cremona, Brescia, Mantova, Lodi e Milano con dati leggermente migliori a Bergamo e Pavia, e poi nelle città pedemontane di Como, Varese, Sondrio e Lecco “Nessuna di queste città ha fatto registrare valori inferiori a quelli previsti dalla nuova direttiva europea sulla qualità dell’aria”.
La situazione ambientale in Lombardia si presenta critica, con un primo trimestre del 2024 che chiude lasciando emergere dati preoccupanti sulla qualità dell’aria. Secondo quanto riportato da Legambiente, basandosi sui dati forniti dall’Arpa della Lombardia, sei capoluoghi su dieci hanno registrato valori di particolato sottile (Pm10) superiori alla norma. Le città più colpite sono Monza, Cremona, Brescia, Mantova, Lodi e Milano, dove la concentrazione media di Pm10 ha superato i 40 microgrammi al metro cubo, il valore soglia indicato dalla normativa europea come media annua.
Questo dato non solo supera i limiti attuali, ma si pone in netto contrasto con le direttive europee future che prevedono di abbassare la media annua a 20 microgrammi al metro cubo. La situazione è leggermente migliore a Bergamo e Pavia, ma anche nelle città pedemontane di Como, Varese, Sondrio e Lecco, nessuna delle quali ha comunque registrato valori conformi ai nuovi standard europei.Un altro aspetto allarmante è il numero di giorni in cui l’aria è stata classificata come irrespirabile, con valori superiori ai 50 microgrammi al metro cubo come media giornaliera. Cremona e Brescia hanno già superato il limite massimo di 35 giorni all’anno fissato dalla direttiva europea, e altre quattro città sono in una situazione simile.
La Lombardia si conferma così una delle regioni più inquinate, con problemi che affliggono tanto i centri dell’area metropolitana, come Milano e Monza, dove il traffico urbano e autostradale contribuisce significativamente all’inquinamento, quanto le aree agricole padane, dove si concentrano gli allevamenti intensivi.
Di fronte a questa crisi ambientale, Legambiente sottolinea l’urgenza di interventi per evitare un altro inverno di emergenza smog. Le misure attuali si rivelano insufficienti e si rende necessario un ripensamento delle politiche ambientali introdotte negli ultimi anni. La situazione richiede una risposta immediata e strategie a lungo termine per garantire la salute dei cittadini e la sostenibilità ambientale