App di appuntamenti, l’80% vende i dati degli utenti

Uno studio di Mozilla rivela che l’80% delle app di appuntamenti vende i dati personali degli utenti, sollevando gravi preoccupazioni sulla privacy.

Un recente studio condotto da Mozilla ha messo in luce una problematica allarmante nel mondo delle app di appuntamenti: l’80% di queste piattaforme vende i dati personali degli utenti a terze parti, principalmente per scopi pubblicitari. La ricerca, che ha esaminato 25 app del settore, ha evidenziato come solo due di queste, Happn e Lex, seguano processi corretti di privacy.

Il rapporto di Mozilla sottolinea che la maggior parte delle app, inclusi nomi noti come Hinge, Tinder, Ok Cupid, Match, Plenty of Fish, Blk e BlackPeopleMeet, monitorano gli utenti tramite la geolocalizzazione dei loro dispositivi. In particolare, Hinge raccoglie dati sulla posizione anche quando l’app non è in uso attivo. Questa pratica non solo viola la privacy degli utenti ma apre anche la porta a potenziali rischi di sicurezza.

Il caso di Grindr è emblematico: l’app di incontri ha ottenuto uno dei punteggi più bassi nella revisione di Mozilla per quanto riguarda la gestione della privacy e sicurezza degli iscritti. È stato riportato che un gruppo religioso negli Stati Uniti ha acquistato dati da Grindr per monitorare alcuni membri, dimostrando come le informazioni sensibili possano essere utilizzate per scopi discutibili.

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Le app di incontri giustificano la raccolta di un ampio spettro di dati con la necessità di fornire abbinamenti più accurati. Gli utenti sono infatti incoraggiati a compilare dettagliati sondaggi su interessi e personalità e a condividere immagini e video. Tuttavia, secondo Mozilla, l’intera esperienza utente dipende dalla quantità di informazioni condivise, e proprio per questo le app dovrebbero garantire una maggiore protezione dei dati personali, con un occhio di riguardo verso la cybersecurity.

Il rapporto evidenzia inoltre l’uso dell’intelligenza artificiale per offrire risultati più veloci negli abbinamenti, una pratica che, sebbene possa migliorare l’esperienza utente, crea ulteriori criticità per quanto riguarda la sicurezza dei dati personali. Gli esperti chiedono quindi alle app di appuntamenti di adottare misure più stringenti per proteggere i dati dallo sfruttamento e di prestare maggiore attenzione alle questioni di cybersecurity.

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