La Stazione Spaziale Internazionale (ISS) ha regalato recentemente agli appassionati di astronomia e ai ricercatori un’opportunità unica di osservare l’aurora polare da una prospettiva decisamente privilegiata: lo spazio. Questo fenomeno, che affascina l’umanità da millenni e che ha interessato nelle scorse ore anche l’Italia, si manifesta quando le particelle cariche provenienti dal Sole interagiscono con la magnetosfera terrestre, creando giochi di luce che colorano i cieli delle regioni polari.
Le aurore polari, conosciute anche come aurore boreali nell’emisfero nord e aurore australi nell’emisfero sud, sono il risultato di complesse interazioni tra il vento solare e il campo magnetico terrestre. Quando le particelle solari, principalmente elettroni e protoni, si scontrano con gli atomi e le molecole presenti nella alta atmosfera terrestre, questi ultimi si eccitano e, tornando al loro stato energetico originale, emettono luce. I colori dell’aurora variano principalmente in base al tipo di gas coinvolto e all’altitudine: l’azoto produce sfumature di blu e viola, mentre l’ossigeno regala il verde e il rosso.
La visione dell’aurora boreale dalla Stazione Spaziale Internazionale offre una prospettiva senza paragoni. Dall’orbita terrestre, gli astronauti possono osservare l’aurora da sopra, un punto di vista che rivela la vastità e la complessità di questo fenomeno. Le immagini e i video catturati dall’ISS mostrano un’aurora che si estende come un velo colorato sopra il pianeta, con tonalità che variano dal verde brillante al rosso profondo, delineando l’interazione tra il vento solare e la magnetosfera terrestre.
Queste osservazioni non sono solo di grande bellezza, ma forniscono anche dati preziosi per gli scienziati che studiano il clima spaziale e i suoi effetti sulla Terra. Comprendere meglio le aurore e le tempeste geomagnetiche che le generano è fondamentale per proteggere i satelliti in orbita e le infrastrutture a terra dalle perturbazioni magnetiche.